“C’è già il cielo di un celestino invernale a Skopje. Ed è prevista una serata fredda al Filippo II, il bello stadio a velodromo da 36mila posti, destinato per altro ad ospitare la prossima Supercoppa Europea. Tra i 25mila tifosi odierni siederà… Balotelli! No, non il nostro Mario, ma Jonathan Boareto dos Reis Balotelli, il brasiliano omonimo dell’ex azzurro, appena arrivato nel Vardar, la Juve macedone, 9 scudetti in un quarto di secolo di vita. In verità il club, zeppo di stranieri (9), in nazionale manda solo Stefan Spirovski. Dettagli. E non è il “colore” che cercano gli alfieri di casa: il ct Angelovski, classe ‘76, subentrato al serbo Drucovic un anno fa, già titolato col Rabotnicki (double nel 2014 e coppa di lega nel 2015), altra squadra cittadina; il capitano Goran Pandev, ripescato a 33 anni dal tecnico, che ha voluto con sé il più grande giocatore della storia del Paese (26 gol in 75 presenze); il suo erede, il palermitano Nestorovski, portato in nazionale dal nuovo ct (2 partite), arrivato adesso sullo slancio dei 3 gol segnati in A al suo primo campionato. SCELTE. Alla loro Macedonia, precipitata al 146° posto del ranking Fifa (dieci anni fa era al 56°), serve un risultato di prestigio, che faccia morale e sostanza. Due sconfitte per 2-1, rocambolesca con l’Albania, a settembre, bruciante con Israele giovedì scorso. Angelovski non fa pretattica: «Penso di non fare cambi rispetto a Israele, forse uno a metà campo (Spirovski per Zhuta), manterremo il 3-5-2. Del resto anche l’Italia non è cambiato molto rispetto a Conte. Con Ventura ci sono solo alcuni dettagli diversi». Non solo ha studiato gli azzurri, il ct, ha anche chiesto aiuto ai suoi “italiani”. Pandev in testa. GORAN, GIGI E LOTITO. Già, Pandev. L’attaccante ora al Genoa, appare rilassato. In carriera ha segnato 6 gol a Buffon anche se inutili: «Non voglio parlare di me. Quello che importa è far gol, non chi segna. Conta la squadra. Vero, abbiamo perso, ma dopo Albania e Israele sappiamo di poter giocare un buon calcio. Con l’aiuto della nostra gente possiamo fare risultato». Ha tempo di guardare anche in casa Italia, Pandev: «Pellè? Quando ci sono regole interne vanno rispettate». E prima di uscire anche un “saluto” a Lotito, che oggi sarà qui, come dirigente federale. Tra il giocatore e il presidente della Lazio ci fu un duro scontro legale nel 2009, vinto dal macedone, tra rinnovi rifiutati, denunce per mobbing, e trasferimento all’Inter: «Se lo saluterò? Nessun problema, il rapporto con Lotito l’ho risolto in tribunale, tutto si è concluso lì»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.