“Da un lato c’è una fine, attesa, inevitabile, quasi auspicata da una città che non si riconosceva più in una proprietà tanto distante, non solo fisicamente. E dall’altro l’apertura di un buco, ad oggi più nero che rosa, che si chiama futuro. Come in ogni tipo di avvicendamento, le domande si affollano, provocano curiosità mista persino ad un po’ di preoccupazione. Perché Zamparini nella quinta città d’Italia, dove la serie A era stata un miraggio per 30 anni, ha prima inventato un sogno per poi spezzarlo bruscamente; ma tutti, anche i suoi detrattori, erano consapevoli della pochezza (o inesistenza) di reali alternative alla sua gestione. Adesso che improvvisamente tali alternative vengono annunciate, Palermo dovrà però stemperare l’inevitabile fretta di avere risposte precise. Il calcio sotto queste latitudini è atteso da un periodo di transizione sulla cui durata ad oggi non si possono fare previsioni.
CERTEZZE DA COSTRUIRE. Cosa aspetta il Palermo dopo le scelte quasi autodistruttive prese da Zamparini negli ultimi anni? Ricostruire un modello credibile di società sostituendo il dominio assoluto del patriarca non sarà facile. Finora l’unica certezza paradossalmente era proprio il patron con la sua lucida follia (che comunque sia ha prodotto risultati almeno per i primi anni); adesso le certezze andranno costruite e il comunicato ufficiale di dimissioni chiarisce solo in parte gli interrogativi. Aldilà dell’identikit dei nuovi proprietari anglo americani, ci si chiede quanto durerà il passaggio di consegne e quale sarà il reale raggio d’azione operativo del vecchio presidente. I principi dei misteriosi investitori seguono un linguaggio identico a prima: interventi sulle infrastrutture (nessuno ormai spende nel calcio senza la prospettiva degli impianti di proprietà) e persino traguardi europei. Argomenti sui quali però per i nuovi arrivati sarà necessario un confronto non solo col venditore ma con le amministrazioni locali (Comune e Regione), istituzioni entrambe attese da tornate elettorali che rendono tutto incerto. LA STAGIONE DA SALVARE. La sensazione è che per un po’ di tempo si navigherà a vista. Il riserbo strettissimo mantenuto in questi giorni può apparire come una garanzia di serietà dell’operazione, che, sottolineiamolo bene, non nasce essenzialmente attorno al calcio ma inserisce il Palermo fra i vari asset ceduti dal gruppo Zamparini. Nell’attesa di conoscere nomi e volti, di interpretare intenzioni del nuovo gruppo, sarebbe importante ripartire da un coinvolgimento della città e da concetti semplici, come il rispetto delle competenze e i risultati sul campo.”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.