L’emergenza Coronavirus ha mandato in tilt il mondo del pallone, tutti i campionati sono rinviati a data da destinarsi, tranne il Belgio che ha deciso di concludere il torneo nazionale e assegnare il titolo. Ieri il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha criticato aspramente la decisione della Lega Calcio Belga. L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” fa il punto della situazione sulle parole del numero uno della Uefa. Di seguito quanto detto da Ceferin: «Non credo che questa del Belgio sia la decisione giusta. La solidarietà non è una strada a senso unico e non puoi chiedere aiuto se poi decidi da solo cosa ti fa più comodo. I belgi e quelli che faranno come loro rischieranno la partecipazione alle coppe europee del prossimo anno». Ceferin ha poi parlato delle possibilità di giocare a porte chiuse e oltre il 30 giugno pur di arrivare a una conclusione dei campionati, della Champions e dell’Europa League: «Il calcio non è assolutamente lo stesso senza tifosi sugli spalti, ma è sicuramente meglio giocare senza fan e vederlo in televisione, piuttosto che niente. Questo è ciò che la gente vuole e bisogna restituire loro energia positiva a casa. Probabilmente sarà luglio o agosto, ma non a settembre o ottobre».
Anche la missiva firmata da Uefa, Eca ed European Leagues e inviata giovedì sera a tutte le Federazioni, ai club e alle Leghe era stata chiara: «E’ di primaria importanza che anche un evento dirompente come un’epidemia non impedisca alle nostre competizioni di essere decise sul campo e che tutti i titoli sportivi siano assegnati sulla base dei risultati. Dobbiamo assicurarlo finché esisterà una possibilità e finché ci saranno delle soluzioni disponibili. Fermare le competizioni dovrebbe essere l’ultima spiaggia». E per scoraggiare eventuali emulatori è arrivato il monito: «Per terminare la stagione stiamo valutando di giocare anche a luglio e agosto ed esiste la possibilità che le competizioni Uefa riprendano una volta completate quelle nazionali. Siamo convinti che il calcio possa ripartire nei mesi a venire alle condizioni che saranno dettate dalle autorità pubbliche e crediamo che qualsiasi decisione di annullare le competizioni nazionali sia, in questa fase, prematura e ingiustificata. Poiché la partecipazione alle coppe della Uefa è determinata dai risultati sportivi ottenuti alla fine di una competizione nazionale completa, una chiusura prematura solleverebbe dei dubbi sul rispetto di tale condizione e la Uefa si riserva di valutare il diritto dei club a essere ammessi alle coppe europee 2020-21». E ha poi aggiunto: «Le federazioni che potrebbero considerare di fare lo stesso, rischiano la partecipazione alla competizione europea del prossimo anno». Chiaro, no?
La Pro League, però, non sembra spaventata e il suo numero uno Peter Croonen a “Le Soir” ha spiegato: «Il Paese in questo momento ha altre priorità rispetto al calcio. Per noi proprietari dei club (lui è il presidente del Genk) questo scenario non è l’ideale, ma ci sono circostanze eccezionali e di queste è necessario tenere conto per prendere decisioni anche diffi cili nell’interesse pubblico. Adesso un gruppo di lavoro che abbiamo istituito risponderà a tutte le domande relative alle promozioni e alle retrocessioni».