L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sullo sport europeo che isola la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Mentre Europa e Stati Uniti si confrontano sulla severità delle sanzioni da intraprendere contro la Russia in campo commerciale, finanziario e diplomatico, il mondo dello sport sembra rispondere compatto all’invasione dell’Ucraina da parte delle armate di Putin. Dalla Uefa al C io alla Formula 1, dalle grandi alle più piccole federazioni internazionali fino ai club di basket e calcio, lo sport ha intrapreso iniziative senza precedenti per isolare e punire la Russia al l’interno e all’esterno dei suoi confini.
La cancellazione di eventi internazionali in terra russa da parte delle autorità sportive e delle varie organizzazioni internazionali magari non sortirà l’effetto dei boicottaggi economici, ma di certo può produrre effetti altrettanto, se non più significativi nell’entourage dello zar Putin, da sempre sensibile ai successi sportivi della Grande Madre.
Champions. La Uefa ha confermato che la finale Champions del 28 maggio non si svolgerà più nello stadio Gazprom di San Pietroburgo, bensì allo Stade de France di Parigi. Si tratta di una scelta dirompente visto che il colosso energetico russo è partner ufficiale alla manifestazione e della stessa Fifa.
«Ringraziamo il presidente Macron per il suo impegno personale a trasferire la partita più prestigiosa del calcio europeo per club in Francia in un mo mento di crisi senza precedenti», ha fatto sapere in un comunicato il presidente Uefa, lo sloveno Aleksander Ceferin. Annunciando anche «il sostegno ai giocatori e alle loro famiglie in Ucraina soggette a terribili sofferenze umane, distruzione ed evacuazioni forzate».
La decisione Uefa è arrivata dopo 48 ore di trattative tra Marcon e Ceferin secondo un retroscena svelato da L’Equipe. L’Uefa cercava una sede che non avesse ospitato Euro 2020. L’ultimo grande evento allo Stade de France è stata la finale dell’Europeo 2016 e l’ultima finale Champions nel 2006 tra Barcellona e Arsenal. «Una scelta giusta e inevitabile – per Evelina Christillin, membro del board Uefa e del Council Fifa – Tra l’altro è stato deciso per ragioni di sicurezza e di opportunità di non disputare più partite in Russia e Ucraina, di nessuna n azionale e di nessun club».