Corriere dello Sport: “Lo Monaco sbatte la porta: «Sono tornato nel 2016 e ho risanato il club, ma ora lascio. Si vergogni chi augura il nostro fallimento»”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta le dichiarazioni di Pietro Lo Monaco, che ha rassegnato le dimissioni da direttore generale del Catania: «Sono andato via nel 2012 con la società in Serie A e senza un euro di debito; quando sono tornato, dopo quattro anni ho trovato un Catania azzerato ma in un triennio, con le nostre sole forze, siamo passati da -15 milioni a -4 milioni rappresentati per lo più da debiti con l’agenzia delle entrate dilazionati nel tempo. E’ stato ricostruito il settore giovanile, abbiamo prestato quattro ragazzi a club di Serie A: operazioni che porteranno 500-600mila euro nelle nostre casse. Torre del Grifo è un’eccellenza che dà da mangiare a 200 persone. Abbiamo difficoltà come tante aziende, ma andiamo avanti. Anche se per fare la squadra abbiamo speso 3,5 milioni lordi, mentre da due mesi facciamo incassi da 8-10 mila euro che non bastano per pagare l’organizzazione dell’evento». E’ soltanto l’inizio: «Chi auspica il fallimento si deve vergognare. La vicenda degli steward, domenica contro la Casertana, l’abbiamo subita. Abbiamo fatto di tutto per provare a rimediare, ma non è stato possibile. Il comunicato del Sindaco? Ci è sembrato inopportuno, ma non abbiamo fatto polemica. Siamo disponibili a qualunque incontro con il Comune, che in questi tre anni da noi ha percepito sia il canone per la concessione dello stadio per ogni incontro ufficiale sia quello per la pubblicità in un impianto fatiscente». Infine la stoccata a parte della tifoseria: «Chi diventa protagonista tramite il Catania per me non è un tifoso; è amore fare i cori “Speziale libero” per farci pagare ammende di 3-4 mila euro a partita? Sono tornato qui non per interessi personali o professionali. L’unico obiettivo era salvare il Catania. Alla luce di quel che sta accadendo, è la mia ultima conferenza stampa da direttore generale: mi dimetto. Finché la proprietà non individuerà un sostituto resterò a disposizione. Per la carica di amministratore delegato il percorso è più lungo perché la procedura passa dal Cda, ma la decisione è di lasciare il Catania: è la cosa migliore, ci sono anche aspetti personali per i quali è preferibile così. Del resto in un paio di anni il risanamento sarà completato».