Corriere dello Sport: “Lo Faso titolare a Bologna? Ecco perchè rischiare”
“Comportamento esemplare. In campo, negli spogliatoi e fuori. Serio ed educato, silenzioso e attento a quello che dice l’allenatore, maturità che non è da ragazzo della sua fascia, la faccia tosta del giovane consapevole di essere bravo che entra e se ne infischia di tutto giocando come sa e come vuole la squadra. Anche a Coccaglio, Lo Faso non ha mostrato timori riverenziali contro i più… grandi. Anzi, se è il caso, li salta, fa anche il tunnel e contemporaneamente spallucce. Per le nuove generazioni le gerarchie sono solo un fatto di educazione, la trasgressione diventa abitudine. Oggi, tecnologia, telefonini, internet hanno azzerato differenze e gavetta di una volta. Il giovane ha più punti di riferimento e di studio, diventa adulto prima se è questa la preoccupazione. Ci sono stelle e stelline. Talenti che si accendono e si spengono come fuochi fatui, allenatori coraggiosi e altri timidi. E c’è Lo Faso, elogiato da tutti, spedito in orbita da Zamparini, indicato da De Zerbi come esempio per compagni più stagionati e famosi, che sfida il Milan come fosse la squadra del suo quartiere. Lo Faso confermato dal primo minuto ci può stare. La logica di correre il rischio di bruciare i talenti non regge. La ricerca ossessiva del risultato frena molti allenatori, soprattutto in momenti importanti e decisivi. In Germania e in Spagna, per esempio, ma anche in altri paesi, i vivai consentono a calciatori in età ancora verde di affacciarsi in squadra con piena responsabilità. I vari Kroos, Aguero, Neymar, Messi sono nati titolari. Non per diritto divino ma perché ne avevano i mezzi. Il problema non è l’età ma quello che c’è dentro alla testa e nei piedi. Per Lo Faso parlano la storia e i numeri. Fin dai primi calci ha giocato nelle categorie superiori, salto indispensabile per adeguare le capacità a livelli tecnici dove esprimere la sua fantasia. Perché non dovrebbe essere così anche in A?”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.