Corriere dello Sport: “L’ira degli arbitri: «Non siamo la mafia»”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’ira degli arbitri in serie A.
Travolti da un insolito (per quanto comune) destino. I due argomenti che hanno fissato la giornata degli arbitri, ovvero il debutto in A di Maria Sole Ferrieri Caputi e le accuse di Maurizio Sarri dopo Lazio-Napoli, hanno come minimo comun denominatore la parola «mafia», ovvero – per dirla con le parole del presidente dell’AIA, Trentalange, «quell’organizzazione (…) che dà per privilegio ciò che spetta di diritto». E se per l’arbitro di Livorno, il diritto è quello di essersi guadagnata sul campo il merito di poter dirigere la prima partita in serie A, nel secondo caso il numero uno dell’Assoarbitri rivendica il diritto di prendere decisioni da parte dei suoi arbitri, trovando «inaccettabili» le parole pronunciate dal tecnico della Lazio: « Ci dicano esattamente a cosa si riferivano».
IRRITAZIONE. Fra numeri, comparazioni, annunci, al centro del tavolo della Sala Paolo Rossi della Federcalcio sono rimasti due argomenti “forti”. Chiaramente, queste sette giornate, oltre a mettere in mostra diversi errori da parte degli arbitri (ce ne sono tre commessi e certificati nonostante il VAR: due appartengono a Pairetto in Lecce-Monza – ma a nostro avviso i rigori non dati e richiamabili dal VAR erano tre – l’altro a Maresca in Atalanta-Milan e il rosso non dato a Hateboer), hanno certificato una certa “intolleranza”da parte degli allenatori nei confronti degli arbitri, tanto che il numero delle espulsioni è decisamente in crescita (addirittura 4 rossi alla sesta giornata). Il discorso è finito sulle accuse di Sarri, che dopo Lazio-Napoli (ma tutto nasce molto prima, dalle parole di Piccinini in Toro-Lazio) era furibondo: «O gli arbitri sono scarsi, oppure c’è un piano B». Un’uscita che fatto irritare – e non poco – gli arbitri. Con Trentalange che ha accomunato, come dicevamo, le due “notizie” di giornata.
DIRITTI. Parlando di Maria Sole Ferrieri Caputi e del suo debutto aveva usato questa espressione, riferendosi al fatto che nessuno le aveva regalato nulla: «Noi non diamo per privilegio quello che spetta di diritto, chi fa questo è un’istituzione che non voglio nominare ma nomino e si chiama Mafia». Subito dopo le parole di Rocchi su Sarri, Trentalange riprende il concetto: « Vorrei ribadire, come prima ho detto che non stiamo dando per privilegio ciò che spetta per diritto, cioè la costituzione e il lavoro è un diritto, c’è qualche altro ente, mi avete fatto dire anche il nome prima (anche se, in realtà, lo ha detto lui spontaneamente, ndr) che dà per privilegio ciò che spetta di diritto, noi riteniamo inaccettabili questi tipi di affermazioni. Poi ci sarà la Procura, ogni denuncia è annuncio di salvezza. Però ci dicano a cosa si riferivano, se siamo noi gli interlocutori. Con grande serenità. Capisco che ci possono essere strategie di comunicazione, motivo per cui non siamo maturi per andare in tv dopo la partita. Poi ci sono mille modi per dire le cose, c’è un tempo per tutto».
TOSCANO. Non certo contento (eufemismo) anche il designatore Rocchi, che però ha replicato cercando di rimanere sul campo : «E’ una delle cose che mi ha fatto più male. Posso anche accettare di essere definiti scarsi, anche se non lo condivido, alla fine è una valutazione tecnica. Pensare però ad un piano B, francamente… Secondo me ha esagerato, lo conosco bene il mister, a caldo ha esagerato, è toscano come me e a volte noi toscani debordiamo nelle cose. La prendo e la metto li, mi auguro di non sentire più una frase del genere, che mette in crisi tutto un sistema. Potete dire ai ragazzi quello che volete, ma non che vanno in campo con chissà quale retropensiero. Lui si riferiva ad un’altra situazione, nella quale potevamo fare meglio. E non c’entra Lazio-Napoli». Il riferimento è alle parole dette da Piccinini in occasione di Lazio-Torino, Rocchi per questo era furioso.