Corriere dello Sport: “L’indimenticabile notte azzurra. L’ex rosa Belotti: «Dietro il mio gol batte un cuore granata»”

“A Torino, la sua Torino, l’esordio in qualificazione, pur se nel teatro “sbagliato”. Tre giorni dopo, alla terza partita azzurra, il primo gol. Per forza ha gli occhi liquidi di beatitudine, Belotti. E’ appena salito sulla giostra e tutto ha preso a girare per il verso giusto. Ma niente capogiri per il bomber granata, uno molto solido, non solo in campo. In Nazionale ha ritrovato l’amico ex gemello del gol Immobile; insieme, sponda granata, in pochi mesi, guidati da Ventura, hanno fatto ottime cose; stesso dicasi con la maglia dell’Italia. Il gallo ha fatto felice i torinisti che non vedevano uno di loro (Dossena nel caso), segnare in azzurro dal 1981. C’era bisogno che questo digiuno finisse, simbolico sia accaduto con in panchina un ct che da lì arriva. Il ragazzone di Calcinate sorride: «Questa cosa da torinista mi fa ancora più piacere». Eppoi non resta che raccontare questa sua prima notte da bomber azzurro: «Ventura prima della partita mi ha detto: “hai una grande occasione, vedi di sfruttarla al meglio”. Ed è andata così. Alla fine eravamo tutti stravolti. Lui per primo: so quanto sente le partite. Il gol di Ciro a tempo quasi scaduto è stata una liberazione anche per lui» AMICI BOMBER. Belotti sa di aver fatto la cosa giusta: «E’ stato un bel gol, ma a me sarebbe andato bene anche uno così…di spalla, di tutto…». E sa a chi dedicarla: «A chi mi sta vicino, prima di tutti la mia ragazza, Giorgia, che sa farmi sentire sereno, mi fa stare tranquillo. Spero di ricevere tanti messaggi: anzi, lo dico, chi mi vuol bene mi scriva, che fa piacere sentirsi ben voluto». Questo fuori dal campo, per quanto riguarda il dentro, tutto ruota intorno a Ventura e Immobile: «Sicuramente per me come per Ciro conta tanto conoscere le idee del mister. I movimenti che lui vuole noi li conosciamo. E capisco che non è facile poter applicare le sue idee in poco tempo». In questo, lui e Ciro appunto sono ovviamente avvantaggiati: «Insieme la scorsa stagione siamo arrivati a quota 28 gol. Tra noi c’è intesa, uno conosce l’altro alla perfezione avendo lavorato per mesi anche in allenamento. La nostra forza è che sappiamo il rispettivo modo di pensare quando si gioca. Competizione tra noi? Direi piuttosto un grande amicizia. Io a Ciro sono molto legato; il rapporto è rimasto stretto anche se adesso se ne è andato». SEGNARE VUOL DIRE FIDUCIA. L’attaccante granata naturalmente sa di non aver fatto tutto da solo: «Quello che conta è avere la fiducia dell’allenatore, dei compagni, sentirsi importante per loro: per un attaccante è fondamentale. Io questo calore lo sento e sento anche la responsabilità del mio ruolo. Devo dire grazie anche ai compagni torinisti: sono arrivato qui anche grazie a loro. E da loro torno con un’idea: tornare a fare le cose che so fare, per me e per la squadra. Non mi sento titolare della Nazionale. Spero di avere altre opportunità. E di farmi trovare pronto»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.