L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” scrive dell’esordio sulla panchina del Palermo di mister De Zerbi, riportando anche alcune parole di Zamparini. Di seguito quanto si legge sul quotidiano: “Uomo del Nord affermatosi al Sud, profondamente legato anche al modo di vivere il calcio a queste latitudini, Roberto De Zerbi vivrà sabato davvero un esordio speciale. Davanti a lui nel primo giorno di serie A il Napoli, ovvero la squadra, come ha detto lui stesso con un pizzico di orgoglio, «dove ho giocato e vinto». E guarda caso, dove ha vissuto le uniche 3 esperienze di serie A da calciatore. Storia di 10 anni fa, quasi preistoria, con ricordi annacquati nel frattempo dal mare di successi azzurri arrivati nel periodo. Ma abbastanza per tornare alla mente in una occasione del genere. Quel gol al Rimini. Quella vissuta da Roberto in campo fu una promozione sofferta ma bellissima, perché riportava il Napoli nell’olimpo della serie A dopo gli anni bui. Fu un doppio bis, per il Napoli che era stato promosso l’anno prima dalla C e per lo stesso De Zerbi che veniva a sua volta da una vittoria di campionato a suo modo storica, conquistata proprio in Sicilia, a Catania. Non era rimasto sotto l’Etna ed aveva accettato l’affascinante sfida del Vesuvio: 5 anni di contratto nel regno di Maradona, come dire no? Una gran bella responsabilità per un fantasista, misurarsi in quel ruolo proprio dove c’è stato il più grande di tutti. A Catania indossava il 10, al San Paolo ovviamente non era possibile. Roberto mandò comunque un messaggio scegliendo il 20. L’impatto non fu facile, era una B stellare, con la presenza anche della Juventus penalizzata. Edy Reja lo aiutò ad inserirsi e De Zerbi fece il suo. Il ricordo più bello (8 ottobre 2006) è legato alla sua prima rete in azzurro, decisiva e bellissima. Una saetta da fuori area a 10′ dalla fine, per sbloccare una di quelle partite ostiche (avversario il Rimini) che sono tipiche della B. A fine stagione, tre gol in tutto e la gioia di una promozione che era semplice solo sulla carta. De Zerbi ha mercato fra i cadetti ma chiede di assaporare finalmente i terreni della A. Resta, ma il Napoli ha cominciato a volare verso altre dimensioni. Arrivano Hamsik e Lavezzi, lui non può essere titolare. Resiste qualche mese, segna una rete in Coppa Italia, mette assieme 3 presenze di cui una sola dall’inizio (contro il Livorno). A gennaio, inevitabile, il prestito. Ancora in B. A Brescia, casa sua. Ci sarà poi una seconda parte di storia, meno brillante: perché nel 2009, ancora sotto contratto, De Zerbi torna a Napoli ma non ha posto e finisce fuori rosa. Starà fermo qualche mese, poi inizierà una nuova avventura, al Cluj in Romania. Il paragone con Sarri. Ora è di nuovo Napoli. Ma in un contesto completamente differente. De Zerbi si troverà a sfidarlo sperimentandosi da allenatore in una categoria che non conosce, per giunta dovendo osservare la partita da dietro un vetro per la squalifica risalente ai play off di giugno. E’ diverso De Zerbi, per mansione ed anche maturità acquisita, ma è diverso soprattutto il Napoli divenuto una corazzata. Affidata però ad un allenatore cui si riconoscono alcuni punti in comune con l’enfant prodige approdato in rosanero. E’ stato proprio Zamparini ieri a proporre il paragone: «Da qualche giorno ho a Palermo una sorta di giovane Sarri – ha affermato il presidente a Radio Kiss Kiss – De Zerbi secondo me ha la stessa mentalità del tecnico del Napoli ed è per questo che l’ho scelto. Ovviamente Sarri ha una squadra collaudata mentre lui è all’esordio». Ed eccoci al tema caldo: «Se lo consiglierò? De Zerbi ha le idee chiare e sta lavorando sulle sue convinzioni, ma se mi chiede consigli glieli darò. Oppure glieli darà Gianni Di Marzio (consulente del patron, uno dei fautori della scelta dell’ex Foggia, ndc.)». Zamparini spiega perché stima Sarri e conseguentemente cosa si aspetta da De Zerbi: «Senza Higuain il Napoli mi fa ancora più paura proprio perché Sarri sa far giocare bene la propria squadra senza dare punti di riferimento». Idea che in effetti De Zerbi potrebbe copiare, schierando un Palermo senza centravanti fisso ma con Diamanti e due esterni offensivi. Intanto il presidente si concede una boutade sulla sua impazienza verso chi sta in panchina: «Mi chiedete se è più difficile per la Raggi fare il sindaco di Roma o per De Zerbi fare l’allenatore del Palermo? (ride, ndc.). Ma io solo nell’immaginario collettivo sono un mangia allenatori, ricordo anche quelli che ho lanciato come Zaccheroni e Ventura. Comunque, è più difficile cento, mille volte per la Raggi fare il sindaco di Roma…»”.