“«Come fossero cinque finali, cinque finali di Coppa europea…». Come annunciato ieri sono arrivati Andrea Della Valle patron viola e il presidente esecutivo Mario Cognigni. Un po’ in ritardo per impegni sopraggiunti. All’ingresso del centro sportivo retrostante il Franchi e che deve avere ancora avere un nome, li aspettavano Giancarlo Antognoni e Pantaleo Corvino. Niente pranzo con la squadra, troppo tardi i ragazzi non potevano aspettare perché li attendeva il volo per Palermo, e neppure Paulo Sousa atteso al consueto impegno con la sala stampa «Manuela Righini». Solo un caffè, per il…patto delle cinque finali. UNO A UNO. «Voglio guardarli negli occhi, uno a uno…». Andrea Della Valle conosce bene i propri giocatori, con alcuni ha un rapporto personale e consolidato. Li ha aspettati e subito dopo pranzo li ha voluti incontrare, uno a uno. Per tutti un saluto, per tutti lo stesso impegno. Giocare a Palermo la prima delle cinque finali. Quello che fino a poco tempo fa pareva poco di più di una coraggiosa scommessa di Corvino, adesso è diventata la vera sfida della stagione. La presenza di tutto lo staff dirigenziale parla chiaro: la Fiorentina chiede a Sousa e a tutta la squadra di battersi fino all’ultima energia per conquistare il sesto posto. Primo perché è l’unico traguardo rimasto e possibile. Secondo perché l’Europa era stata, nelle stesse parole iniziali del patron Andrea, l’obiettivo imprescindibile. Terzo perché questo garantirebbe di chiudere la stagione senza rimpianti e bypasssando il termine «fallimento». E’ vero che questa resterà nei ricordi come una stagione di colpi importanti (le vittorie su Juve, Inter, Roma) e delle poche sconfitte, ma anche delle cocenti delusioni (l’esclusione da parte del Monchengladbach, la sconfitta interna con l’Empoli), delle troppe ingombranti polemiche e della…coabitazione alla fine quasi obbligata con Paulo Sousa. Insomma da separati in casa o comunque da coppia senza troppo amore. Ma il risultato finale conterebbe eccome. Il sesto posto confermerebbe qualcosa di importantissimo. Dai due anni nero-fumo di Mihajlovic la Fiorentina, prima di Montella e poi di Sousa, non avrebbe mai mancato l’approdo in Europa. Questo era l’obiettivo, certo non massimo, ma abbastanza per poter sorridere guardando, per esempio, Milan e Inter. BATTERE LE MILANESI. Arrivare comunque davanti alle due milanesi varrebbe comunque moltissimo, anche perché (numeri alla mano) tutto questo avverrebbe con Corvino costretto, sul mercato, a rientrare di 38 milioni a fronte dei notevoli investimenti, per esempio, dei nerazzurri. Conta poco? Forse, ma è già qualcosa. Rimpianti? Quelli sempre, questa squadra spesso criticata (specialmente per le carenze della sua fase difensiva) comunque avrebbe fatto qualcosa di positivo rispetto a club che hanno investito il doppio o addirittura il triplo. Immaginiamoci cosa sarebbe stato possibile se, oltre al sacrificio di non cedere la stragrande maggioranza dei titolari della scorsa stagione, ci fosse stato anche un ulteriore investimento economico. CIAO PAULO. Oggi è l’ultimo giorno utile per attivare l’opzione per prolungare di un altro anno il contratto di Paulo Sousa. Non verrà fatto, silenzio. La storia è finita, magari con reciproci rimpianti. E’ una storia che pareva da amore eterno e che è durata poco più di una sola estate. Lascerà una scia di rimpianti, per quello che forse poteva essere e non è stata. Ma per Paulo lasciare la squadra più o meno dove l’aveva presa in consegna da Vincenzino Montella non sarebbe poco. Un viatico importante per futuri amori e futuri contratti. Comunque sarà un addio ampiamente atteso, per certi aspetti consumato settimanalmente se non quotidianamente.”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.