Corriere dello Sport: “Lega, c’è Bonomi”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla presidenza della Lega Serie A.

Sulla carta, quello di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, dovrebbe essere un profilo tale da soddisfare tutti. Ma la serie A resta una realtà molto particolare, dove prevalgono dinamiche differenti e soprattutto gli interessi personali. Ecco perché è tutt’altro che scontato che Bonomi prenda effettivamente il posto di Dal Pino come numero uno di via Rosellini. O, quantomeno, che la fumata bianca arrivi già nell’Assemblea di oggi, dato che sarà necessaria ancora la maggioranza qualificata, ovvero 14 preferenze. Mentre per la terza tornata, sarà sufficiente quella semplice. E allora il nodo è proprio questo: Bonomi oggi verrà votato soltanto se chi lo “sponsorizza” avrà la certezza di raggiungere il quorum, altrimenti il suo nome verrà messo in stand-by per non bruciarlo. Si passerebbe comunque dall’urna, proprio per scalare un’altra votazione, ma con l’intesa di lasciare la scheda bianca, come avvenuto la scorsa settimana.

GRANDI MANOVRE. Ad ogni modo, quella di Bonomi è un’idea nata da Scaroni. Un’idea che ha raccolto il favore dell’Inter e della Roma. E pure di Gravina. Mentre la Juventus preferisce attendere di capir cosa accadrà oggi in Assemblea. Sono contro, invece, Lotito e di De Laurentiis: ovvio, nei loro piani c’è un presidente che sia sostanzialmente un esecutore, che segua le indicazioni dell’Assemblea e che sia solo minimamente autonomo. Il numero uno di Confindustria, evidentemente, non avrebbe queste caratteristiche. Anzi, chi ha pensato a lui lo ha fatto in quanto figura istituzionale, con un canale già aperto con il Governo. E allora l’obiettivo dei pro-Bonomi sarebbe quello di isolare Lazio e Napoli, che si portano inevitabilmente dietro Verona e Udinese, correndo il rischio di perdere al massimo un altro paio di voti, per arrivare appunto a 14 preferenze. Di contro, Lotito ha cominciato a “lavorare” per rompere l’altro fronte, sollevando dubbi sulla compatibilità della presidenza della serie A con il codice etico di Confindustria. Sul piano formale, per la verità, non ci sarebbero stati sbarramenti. Da ambienti industriali, però, sarebbe trapelata qualche perplessità, in ragione di una fase economica particolarmente delicata e dell’impegno, anche mediatico, che necessiterebbe l’incarico. Peraltro, il presidente della Lazio sarebbe pure pronto a presentare il “suo” candidato, ovvero Lorenzo Casini, docente di diritto amministrativo, capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Franceschini e presidente della Corte d’Appello Federale. Si può già immaginare che in via Rosellini oggi non mancheranno le scintille. E, addirittura, circola voce pure di un terzo nome, che subentrerebbe nel caso in cui saltasse Bonomi. Si tratta di Mauro Masi, ex direttore generale della Rai.

PRONTI ALLO SCONTRO? I lavori dell’Assemblea, comunque, verranno osservati a distanza anche da Gravina, che ieri ha lanciato messaggi chiari. Dopo aver scelto di non rispondere alla lettera di Percassi, con la richiesta di rinvio fine marzo per l’adeguamento dello statuto, rinviando tutto al Consiglio Federale di giovedì, ora si aspetta un segnale dalla serie A. All’ordine del giorno della riunione odierna, ancor prima dell’elezione del presidente, c’è proprio il tema dei principi informatori del Coni. Se la massima categoria non provvederà, giovedì, appunto, potrebbe essere nominato un commissario ad acta allo scopo di aggiornare lo statuto. Certo i piani di via Allegri potrebbero cambiare se dalla serie A, ad esempio, arrivasse un’apertura al rinvio della giornata che precede gli spareggi Mondiali. Sarebbe un modo per venirsi incontro, manifestando disponibilità. Ma i rumors vanno in tutt’altra direzione. Anzi, con i club infastiditi pure dalle novità sull’indice di liquidità, sarebbero già allo studio una serie di iniziative da attuare nei confronti della Federazione. Si va dalle diffide nei confronti di Gravina, alla sospensione di pagamenti e versamenti verso le Leghe minori, arrivando fino alla minaccia di uscita dalla Figc, scenario già sbandierato in passato. Dipenderà se prevarranno i falchi, oppure le colombe…