Corriere dello Sport: “Lega, assemblea: le big anti-Lotito allargano il fronte. Il Palermo…”
“Prove di riavvicinamento in serie A. Ieri, infatti, gli avvocati e rappresentanti di alcuni club – Juve, Napoli, Inter, Milan, Fiorentina, Sampdoria, Udinese, Atalanta – si sono ritrovati in via Rosellini allo scopo, innanzitutto, di ricucire i rapporti dopo la spaccatura della settimana passata, ma anche di avvicinare un’intesa tra le due grandi fazioni, grandi (che mercoledì scorso hanno abbandonato l’Assemblea), da una parte, e medio-piccole, dall’altra. Il primo risultato dell’incontro è che il clima ora è più disteso. Quindi, oggi, quando le società si ritroveranno per l’ennesima prosecuzione dell’Assemblea elettiva almeno inizialmente non voleranno gli stracci. Da vedere dopo… E’ da escludere comunque una fumata bianca sul presidente. Si voterà soltanto quando sarà trovata un’intesa sul nuovo statuto: almeno su questo aspetto sembra ci sia identità di vedute. Per il resto, le distanze restano ancora significative, ma non incolmabili. Anche perché alcune società, come Bologna e Sassuolo, oltre a Torino ed Empoli in maniera più sfumata, si stanno avvicinando alle posizioni delle grandi. NUMERI E RAPPRESENTANTI. Ieri, ad esempio, si è lavorato sulla governance. Le mediopiccole hanno ormai accettato la svolta manageriale, con la scelta di un amministratore delegato, con competenze commerciali e diritti tv, che si aggiunga al presidente e al direttore generale. Secondo le grandi, però, dovrà anche rappresentare la serie A nel Consiglio Federale, mentre le medio-piccole vogliono che in Figc continuino ad andare i club. Le stesse mediopiccole puntano a non togliere troppo potere all’Assemblea di Lega e nemmeno al Consiglio, che vedono composto da 7 elementi (3 figure indipendenti e 4 rappresentanti di società). Le big, nell’ottica di una governance più snella e operativa, vorrebbero un Consiglio ristretto a soli 5 componenti. RISORSE E PARACADUTE. La scorsa settimana, però, lo scontro si è scatenato attorno all’articolo 19 dello statuto, quello che definisce i criteri di ripartizione delle risorse e il paracadute. Le medio piccole pretendono di aggiornarlo, varando una distribuzione più equa, alzando la fetta da dividere in parti uguali dal 40 al 50%, riducendo quella legata ai bacini d’utenza dal 30 al 20% e lasciando invariata (30%) la quota per la meritocrazia. Le grandi non vogliono nemmeno affrontare l’argomento – e ieri non è stato toccato in attesa dell’Assemblea di oggi… -, visto che è tutto già deciso fino al 2018 e che poi ci sarà l’aggiornamento della Legge Melandri. Ci sarebbe maggiore disponibilità, invece, nel ridiscutere i termini del paracadute: non più fisso a 60 milioni complessivi, ma determinato da una percentuale (6%), come vorrebbero le mediopiccole, con l’aggiunta però di un paletto. In sostanza, con meno di 30 punti conquistati a fine campionato, una squadra non potrebbe incassare l’intera cifra, ma se la vedrebbe decurtata. In questo modo si vorrebbe alzare la competitività ed evitare quanto sta accadendo in questo torneo, con la quota salvezza letteralmente precipitata”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.