L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui blackout nella ripresa per il Palermo.
L’eclissi dei secondi tempi. Dalla “fatal Cremona”, la partita che in qualche modo ha compromesso l’intera stagione rosanero, il Palermo fa registrare un dato francamente preoccupante e per il quale non si riesce a trovare una soluzione: cala in maniera imbarazzante nella seconda metà di gara, durante la quale subisce sempre almeno un gol e non ne riesce a segnare.
Il trend delle ultime otto partite del Palermo riflette una serie di risultati altalenanti, caratterizzati da difficoltà difensive e una produzione limitata in termini di gol segnati. Durante questo periodo, la porta è rimasta inviolata solo in due occasioni: contro il Brescia, sebbene la squadra avesse già subito quattro gol nel primo tempo, e contro il Lecco. Tuttavia, nelle restanti partite, il Palermo ha mostrato vulnerabilità difensive, compromettendo il risultato soprattutto nella ripresa. La produzione offensiva è stata altrettanto problematica, con solo due gol segnati nelle otto partite. Uno di questi è stato un rigore trasformato da Brunori contro il Pisa, ma il risultato è stato ribaltato. L’altro gol è stato segnato sempre da Brunori, ma è stato ininfluente ai fini del risultato finale, essendo stato segnato poco prima del fischio finale nella partita contro la Ternana al Barbera.
Trovare una causa certa è difficile. Anche le tesi relative a un calo fisico, per cui la squadra nei finali ha meno energie e arriva quasi sempre dopo gli avversari, contrastano con alcune situazioni. Per esempio con la Sampdoria all’esordio di Mignani, il Palermo ha chiuso in crescendo, ed anche a Cosenza, ha subito il contraccolpo del pareggio ma negli ultimi minuti ha tenuto palla più dell’avversario. Che ci sia un fattore mentale, una crisi di fiducia è palese e lo stesso nuovo allenatore lo ha rimarcato più volte. E’ la testa che in quei frangenti diventa pesante più delle gambe, le giocate semplici diventano complicate anche per i calciatori più esperti. E’ come se durasse ancora lo choc dei 2 gol presi in 1′ a Cremona con l’uomo in più e per gettarsi alle spalle quella disavventura servono solo risultati ed episodi favorevoli. Paradossalmente la squadra reagisce meglio quando va in svantaggio mentre teme di non saper conservare quello che riesce a costruire.