Corriere dello Sport: “Lecco e Reggina escluse dalla B. Fa festa Perugia, Foggia non può”

 

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caos in serie B con i ricorsi al Coni e le sentenze giunte ieri.

Lecco fuori dalla Serie B a fare compagnia alla Reggina già esclusa dall’ultimo Consiglio Federale e il cui ricorso è stato dichiarato in parte infondato e in parte inammissibile per  il mancato rispetto di alcuni criteri legali ed economico finanziari previsti per l ’ottenimento della licenza nazionale . Il Perugia ammesso, invece, a festeggiare con il Brescia, candidate a riprendersi la categoria persa sul campo al termine della scorsa disastrosa stagione. Al Collegio di Garanzia del Coni a fare la differenza è stata ancora una volta la “perentorietà dei termini” violati da lombardi e calabresi sia pure per ragioni diverse. Il sodalizio di Paolo Di Nunno perde la cadetteria conquistata sul campo dopo 50 anni a causa del ritardo nell’indicazione dell’impianto di gioco su cui avrebbe dovuto disputare il prossimo torneo. Non sono valse le giustificazioni alternative che pure avevano indotto il presidente federale Gabriele Gravina a ribaltare il parere della Commissione Infrastrutturale che aveva sottolineato l’inadempienza dei manzoniani. A soccorrere la strategia difensiva del club la decisione della Lega Pro di spostare la finale playoff di C, poi vinti dalla squadra di Luciano Foschi contro il Foggia di Delio Rossi con due gare intense, ma non prive di polemiche. L’indicazione dell’impianto su cui giocare, essendo il Rigamonti-Ceppi non in norma, era arrivata il 23 giugno, tre giorni dopo il limite fissato, evidentemente, a ridosso della promozione.

Impensabile potersi mettere in norma in due giorni. Ma perché non chiedere una deroga prima? L’unica colpa di una società che vede mortificato il merito sportivo. Almeno per ora. il caso reggina. Molto più delicato e complesso, invece, il caso del club calabrese, rappresentato in aula dall’ex magistrato Sergio Santoro per conto dei nuovi potenziali azionisti di maggioranza della società calabrese, oltre che dai legali del patron uscente, Felice Saladini, Paolo Rodella ed Enrico Lubrano. Distanti anche fisicamente in Aula al Foro Italico, hanno comunque deciso di convergere sulla impossibilità di applicare retroattivamente le norme Noif modificate dalla Figc con il Comunicato 169/A dello scorso 21 aprile. Su questo e altri punti contestati si è basata la strategia dei legali, seguiti a Roma da un manipolo di tifosi amaranto, che hanno anche battuto sulla prevalenza della legge ordinaria sull’ordinamento sportivo. Autonomia difesa, invece, anche ieri dalla Figc con vigore. Il Tribunale di Reggio Calabria aveva subordi nato la concessione dell’omologazione dei debiti ereditati dal patron Saladini al versamento di 769 mila euro all’Agenzia delle Entrate entro il 12 luglio, termine al quale si erano attenuti i consulenti della Reggina, restata acefala e senza CdA dopo le dimissioni in blocco dei soci e del presidente Cardona. Un braccio di ferro inspiegabile, considerando che il club aveva versato 6 milioni di euro per sanare le inadempienze che avevano portato a 7 punti di penalizzazione poi ridotti a 5.

CONTENZIOSI NEL VIVO. L’estate dei contenziosi si è arricchita, comunque, di una nuova e incandescente giornata dinanzi al Collegio di Garanzia dello Sport. Presieduto dal professor Tammaro Maiello (Presidente di Sezione della Corte dei Conti), giudici a latere Aurelio Vessichelli, Monica Delsignore, Guido Cecinelli e Paola Chirulli, il massimo organismo del Coni ha vagliato anche i ricorsi contro l’esclusione del Siena dalla C, poi confermata. Perugia e Foggia hanno impugnato la decisione della Figc di ammettere il Lecco in B nonostante la violazione emersa. Il ricorso del Foggia, come quello del Perugia, si è rivelato fondato nel merito in quanto anche il presidente Nicola Canonico, come Santopadre, aveva richiesto la revoca della licenza del Lecco. Lo sbarramento invalicabile per i Satanelli è stato rappresentato, però, dall’art. 49 delle Noif – come ha sottolineato l’avvocato della Figc Giancarlo Viglione – che prevede la riammissione delle squadre retrocesse dalla B non la perdente della finale playoff. Il Foggia ne avrebbe diritto solo se le quattro retrocesse decidessero di non iscriversi. Il club pugliese, tuttavia, valuterà se impugnare la “carenza di legitimazione” sollevata dalla Figc, ma lo scoglio dell’attuale normativa resta insormontabile, benché, come anticipato dallo stesso Gravina e richiesto dal presidente di Lega Pro Matteo Marani, sarà certamente rimosso in futuro con un adeguamento ormai ritenuto da tutti indispensabile.