“Gran Catania. Aveva ragione, evidentemente, chi diceva che questa era una di quelle partite che si preparano da sole. La squadra rossazzurra si è dimostrata lontanissima parente di quella che era stata presa a pedate dall’Ischia appena otto giorni prima, mettendo in difficoltà il Lecce e rischiando di piazzare il colpo gobbo forse nella giornata più difficile per poter ipotizzare l’impresa. Sì, è vero, poteva anche arrivare l’ennesimo rovescio della sorte, che talvolta – non sempre – si è divertita a punire gli uomini di Pancaro al di là dei demeriti. Alla fine ne è venuto fuori un pareggio giusto e che non giustifica i fischi del “Massimino” nei confronti di un gruppo che ha lottato e ci ha provato comunque fino all’ultimo ad arpionare i tre punti. Il primo tempo è godibile e sin dai primissimi minuti, che si aprono con una doccia scozzese per parte. La prima è riservata a quelli che occupano la sponda rossazzurra, col rigore decretato da Morreale per un ingenuo fallo di mano in area di Garufo, in chiusura su Doumbia; la seconda per gli ospiti con l’errore dal dischetto di Moscardelli, che angola troppo e manda fuori. Nerbo etneo. Sembra l’inizio di un monologo giallorosso, invece il Catania dimostra un nerbo inaspettato e, udite udite, trascinato dal centrocampo (quasi inarrestabile Agazzi in avvio, ma anche Musacci, nonostante la guardia spietata di Papini, regala aperture e suggerimenti mai visti in questa stagione), fa tremare in più di una occasione la formazione ospite. Su punizione da sinistra Bastrini incrocia dal palo opposto e costringe alla ribattuta Perucchini, poi è Agazzi a imbeccare Calil che da posizione decentrata impegna Perucchini in un nuovo intervento in allungo: per un soffio non favorisce l’accorrente Falcone. Fiammate estemporanee? Per nulla. Al 15′ Liverani si vede sbucare davanti Moscardelli, su cross dalla destra: resta in piedi fino all’ultimo e riesce a sventare; lo stesso fa Perucchini su conclusione dalla distanza di Calil. E non è finita, perché, dopo che Morreale non vede un fallo di mano di Lepore, che blocca il lanciatissimo Nunzella, dopo anche la dichiarazione di guerra dei tifosi della Curva Sud al patron (sparati un numero impressionante di botti, accesi pure i fumogeni, tanti i cori, mentre quelli della Curva Nord avevano dato vita a un corteo non autorizzato prima di entrare allo stadio), Calil sfiora il palo su girata aerea. Quindi spizzica il legno, col contributo di Perucchini, dopo un’incursione da destra. C’è ancora il tempo per una traversa piena di Moscardelli, di testa, sul cross proveniente da destra, e poi tutti negli spogliatoi. La ripresa comincia così come il primo tempo era finito: scoppiettante. Punizione del Lecce, cross, rimpallo e poi pallone d’oro sui piedi di Papini, su cui Liverani rischia i connotati: la spunta il portiere, pochi secondi prima che lo stesso Papini si infortuni entrando male su Musacci. I ritmi restano alti, ma di occasioni se ne contano di meno. Le due formazioni mostrano di voler cercare la vittoria, ma le difese prendono il sopravvento sugli attacchi. Finisce 0-0 e forse stavolta è giusto così”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”. Di seguito gli highlights: