Corriere dello Sport: “Le due facce di Messina: Acr sotto accusa. Brilla invece la Fc”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” analizza le due facce del Messina: l’Acr, protagonista di un mercato discreto e sulla carta inferiore solo al Palermo, che si ritrova ultimo con zero punti e due sconfitte (Troina e Acireale). Nelle parti alte c’è invece il FC Messina che, partito senza proclami e quasi a fari spenti, ha superato due turni di Coppa e soprattutto con quattro punti insegue il terzetto di testa Palermo, Acireale e Biancavilla. Ecco un estratto in cui vengono messe a confronto le due realtà:
“FC. Tra quattro gol in 18’, due legni, assist di tacco e tante occasioni, la formazione di Costantino si è regalata una domenica perfetta con firma d’autore, quella di Alberto Gomes Aladje, che in undici minuti ha segnato una tripletta decisiva nella sfida di Palmi. Insieme a Carbonaro e Dambros, la punta portoghese (che in Italia ha giocato con Gavorrano, Ponsacco e Savona), realizzando quaranta reti in tre campionati, completa uno degli attacchi più forti del girone. A differenza di domenica scorsa, quando il FC sprecò tantissimo contro il Licata, questa volta, come ha ammesso lo stesso Massimo Costantino «la formazione peloritana ha capitalizzato buona parte delle occasioni create. Nella ripresa siamo calati un po’, ma è fisiologico. Ottima prova di Aladje, che ci è mancato nell’esordio al Franco Scoglio, e dell’intero collettivo». ACR. Al netto del preannunciato ricorso contro la presunta posizione irregolare di un calciatore avversario nell’ultima giornata (su tratterebbe di Francesco Cannino, su cui secondo l’Acr penderebbe ancora un turno di squalifica non scontato) è disastrosa invece la prestazione della squadra messa sotto dall’Acireale in quella che invece doveva essere la domenica del riscatto. Retroguardia distratta, centrocampo privo di idee e attacco non pervenuto: é l’amara sintesi di una squadra incapace di reagire a qualsiasi avversità. Come sempre accade in questi casi via ai processi per il tecnico Michele Cazzarò, anche se la prima difesa in suo favore è del diesse Antonio Obbedio: «Da parte mia penso che l’allenatore sia l’ultimo dei responsabili, perché trasmettere subito il proprio credo calcistico ad una squadra totalmente rinnovata, non è mai semplice. Ci vuole tempo e pazienza, perché senza di quella, rischiamo di andare in confusione. Non aspettavo di ritrovarmi con tre sconfitte consecutive, Coppa Italia compresa, ma una partenza ad handicap può essere anche fisiologica»”.