L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sul closing fallito in casa Catania.
Le parole di Tacopina «E’ mio compito chiarire che abbiamo firmato il preliminare nel gennaio 2021 e che il closing era previsto per il 26 febbraio. In tale data avevo dato prova di possedere i fondi necessari, ma Sigi non era pronta e abbiamo dato una proroga di 60 giorni. Inoltre mi sono impegnato per garantire il pagamento degli stipendi e il rispetto di altre scadenze, inviando 800.000 dollari con un grandissimo rischio personale, e ho pure selezionato il nuovo allenatore, Baldini. Dieci giorni prima della chiusura del 26 aprile era assolutamente necessario ricevere tutti i documenti, a riprova che tutte le 12 condizioni del contratto erano state raggiunte. Non li ho ricevuti né il 16 né il 26 e in questi casi, buona volontà a parte, è necessario produrre gli atti, non le rassicurazioni. Ciò a fronte di piani industriali articolati nei minimi dettagli e col tribunale che deve approvare il piano di riduzione del debito, fondamentale per l’iscrizione al prossimo campionato. E, a proposito di futuro, noi volevamo programmare, ma così è impossibile. Se ci sarà un closing, ciò avverrà dopo la fine del campionato. Insomma, siamo costretti a recedere dal contratto firmato a gennaio, ma nonostante io ne abbia pieni diritti legali, non voglio abbandonare il progetto e sono fiducioso di poter negoziare un nuovo accordo con Sigi, con date e scadenze più realistiche e comunque aggiornate alla luce della burocrazia».
L’affare può ancora farsi, ma a condizioni diverse.