Corriere dello Sport: “La sindrome di Palermo. Perdere con il sorriso non era mai successo: 3 ko su 3 senza segnare in casa. Sempre applausi per la squadra rosanero…”

“Le dolci sconfitte rosanero. Ci sarebbero numeri da mani nei capelli, che descrivono questo inizio di stagione al Barbera come il peggiore di sempre nella storia del Palermo. Non era mai accaduto in nessun campionato che i rosanero perdessero tutte e tre le prime gare in casa della stagione (0-1 dal Sassuolo, 0-3 dal Napoli, 0-1 dalla Juve) senza segnare neanche una rete davanti ai propri tifosi. L’unico precedente che si avvicina a questa debacle è quello del 1969/70 sempre in serie A quando il Palermo (che poi retrocesse) perse tre gare interne sulle prime 4 (1-2 con l’Inter, 1-3 col Vicenza e col Brescia inframezzate da uno 0-0 col Milan) e vinse per la prima volta soltanto al sesto tentativo casalingo (3-0 alla Sampdoria). Eppure queste sconfitte pur pesanti sono state salutate sempre con gli applausi del pubblico e la più recente con la Juve accolta sì da rammarico, ma anche da elogi per il gioco svolto e per l’atteggiamento tenuto. Calendario micidiale. Il dato sottolinea le difficoltà realizzative che questa squadra aveva subito evidenziato (in Coppa col Bari vinse solo 1-0 all’ultimo secondo dei supplementari) ma anche i tremendi avversari che il calendario gli ha posto di fronte. Al Barbera il Palermo ha dovuto vedersela nell’ordine con Sassuolo, Napoli e Juventus, tre fra le squadre più forti del nostro calcio non a caso tutte in corsa per le Coppe europee (e due in Champions!). Solo nel secondo tempo contro il Napoli, i rosa sono…sbracati prendendo tre reti nel giro di 19′, ma in nessun caso sono stati travolti né usciti totalmente dalla partita. Ad analizzare più approfonditamente, inoltre, c’è da dire che solo col Napoli hanno subìto gol su azione, dato che i ko di misura con Sassuolo e Juve sono nati da un rigore (Berardi) e un’autorete (Goldaniga). E che sia con i neroverdi di Di Francesco che con i campioni d’Italia di Allegri, il Palermo ha spinto fino al termine per arrivare al pareggio, nonostante un divario tecnico (e di fatturato?) ritenuto alla vigilia clamoroso. Da qui, i consensi del pubblico, che si è accostato con scetticismo a questo campionato, per i pochi e discutibili investimenti prodotti da Zamparini, ma che come sempre, apprezza almeno nei propri giocatori la voglia di mettercela tutta ed il senso della lotta. E se vede questi valori, perdona anche una sconfitta peraltro messa in preventivo per il valore dell’avversario. Oltre l’organizzazione. Un cammino così strano in casa è stato fortunatamente riscattato dai tre risultati positivi esterni (fuori casa il Palermo è imbattuto!) che almeno permettono di tenere in classifica. Le prestazioni mostrano un comune denominatore: già con Ballardini la squadra aveva tenuto contro il Sassuolo, apparendo organizzata in fase difensiva. Con la Juventus, in più, si è visto maggiore coraggio e uno sviluppo del gioco vicino ai princìpi che vuole trasmettere De Zerbi. Adesso serve un passo in avanti perché questo trend in casa non è più accettabile: i prossimi avversari al Barbera saranno Torino (lunedì 17 ottobre) ed Udinese (giovedì 27), e là dovranno per forza arrivare punti e gol. Ma le impressioni su una manovra corale scorrevole e sul senso di unione del gruppo inducono all’ottimismo i tifosi per primi. Il lavoro maggiore il tecnico lo dovrà fare per trovare maggiore concretezza pur in una squadra dove non sono molti coloro che hanno familiarità con la porta avversaria. Ma del Palermo di De Zerbi è piaciuta soprattutto la coesione: tutti hanno sposato subito la sua filosofia di calcio. Si è bene espresso Alessandro Gazzi, uno dei più esperti dello spogliatoio, pur rammaricato dalla sconfitta con la Juve: «Tutti i successi nel calcio vengono dal lavoro di squadra, se si vede già un’impronta è perché De Zerbi è giovane, ha tanta fame e ci contagia lo spirito giusto. La squadra dovrà mantenere questa voglia di migliorare per tutto il campionato».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.