Serie A divisa a metà. In attesa di capire cosa succederà lunedì prossimo con la prima assemblea elettiva – ma l’unica soluzione immediata appare quella di convincere Miccichè a tornare sui suoi passi -, i club si spaccano su Mediapro. Alla fine, infatti, come riporta l’edizione odierna del “Corriere dello Sport”, nemmeno l’ipotesi di accordo con l’agenzia spagnola, riformulata con il lavoro della commissione diritti tv, è stata approvata: è stata messa ai voti, ma ha ricevuto il sì di sole dieci società. In sei, Juventus, Inter, Milan, Bologna, Lecce e Torino, si sono opposte, mentre altre tre, Roma, Napoli e Fiorentina, si sono astenute, con Sassuolo unico assente, a causa del funerale di Adriana Spazzoli, moglie del patron neroverde Giorgio Squinzi scomparso solo cinquanta giorni fa. Partita chiusa quindi? Macché. Subito dopo la serie A ha votato per un altro rinvio, stavolta al 16 dicembre, che è stato approvato con una netta maggioranza, visto che solo la Juve si è astenuta. LE SOLITE GARANZIE. In sostanza, quindi, è stato dato un nuovo mandato a De Siervo per “sistemare” per l’ennesima volta la bozza di contratto con Mediapro. «L’aspetto più rilevante è legato a pagamenti, fideiussioni e cash flow: bisogna essere perfettamente sicuri che il nuovo modello non crei contraccolpi sui flussi di pagamento», ha spiegato l’ad della Lega. Sul tavolo ci sarebbe già un’aggiunta del Bologna, nel dettaglio una clausola di garanzia riferita in particolare alla prima fase del progetto, quella di avvio, che è anche la più delicata. A quanto sembra per la Roma sarebbe sufficiente per passare dalla parte dei favorevoli. E, tenuto conto che ieri il club rossoblù aveva la delega del Lecce, la maggioranza a quota 14 potrebbe avvicinarsi sensibilmente. Attenzione, però, perché ciò a cui si sta lavorando in via Rosellini non è stato ancora sottoposto a Mediapro. Quindi è tutt’altro che scontato (anzi…) che, in caso di approvazione, ci sarebbe poi il via libera pure degli spagnoli. Che, d’altro canto, ricordano come la loro nuova offerta, quella presentata lo scorso novembre, abbia la sua scadenza a fine mese. Per chiudere il capitolo votazioni, ieri la Lega ha anche approvato – 18 sì, con il Napoli astenuto – le linee guida per il bando dei diritti tv riservato ai broadcaster: ora verranno inviate alle autorità, che a loro volta avranno sessanta giorni per dare il proprio verdetto. CLIMA TESO. Quella di ieri, comunque, è stata una giornata turbolenta nelle stanze della Lega. Durante la discussione i toni si sono alzati in più di un’occasione. Il clan dei “lotitiani”, ad esempio, era inferocito per il voto contrario a Mediapro. E stavolta nel mirino è finito De Siervo, che, nella loro visione, dopo l’addio di Miccichè si starebbe avvicinando troppo alle posizioni delle grandi. Nel mirino del numero uno della Lazio è finito anche Fenucci, visto che il Bologna ha votato contro Mediapro. Mentre, in mezzo, c’è stata pure la presa di posizione di Preziosi, che, da un lato, ha voluto respingere l’accusa di aver provocato le dimissioni dell’ex presidente («Ho solo risposto alla domanda di un giornalista») e, dall’altro, ha ringhiato per togliersi la patente di “lotitiano”: «Ho un’età tale da essere in grado di portare avanti le mie idee». Come previsto, in mattinata il consiglio ha evitato di eleggere il vicepresidente, nonostante il tentativo di Cairo. Questione governance, quindi, rinviata all’assemblea di lunedì prossimo. Con quali speranze, però? Poche, come premesso. Anzi, sembra che una buona parte di club, ormai, non avverta tutta questa urgenza. A meno di sorprese, quindi, toccherà a Cicala prendere in mano la situazione nelle vesti di commissario ad acta.