L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sulla richiesta di danni della Serie A indirizzata al Governo. Ieri è stato limato il dossier del calcio e, siccome i soldi in arrivo dai diritti tv sono considerati “blindati” e non a rischio, il danno quantificato oscilla tra i 400 e i 600 milioni passando dall’ipotesi di terminare i campionati in ritardo a quella più “pesante” di mancata conclusione della stagione. La Serie A aspetta di vedere quale sarà la posizione che prenderà l’Esecutivo, ma intanto continuerà i suoi lavori: oggi per esempio è in programma una riunione del tavolo sugli stadi che chiede di snellire le procedure burocratiche per avere nuovi impianti. Quest’ultimo però è uno dei due interventi richiesti più a lungo termine (l’altro è la modifica della Legge Melandri sui diritti tv, con annessa lotta alla pirateria). Ci sono temi decisamente più di attualità come la riduzione del costo del lavoro nei mesi in cui il campionato è fermo, la necessità di garantire liquidità alle società attraverso fondi speciali (la Federazione spagnola ha messo a disposizione una linea di finanziamento per i club da 500 milioni; la Figc studierà una soluzione analoga?), l’introduzione di norme speciali in campo tributario e contabile oltre al ritorno delle sponsorizzazioni legate al mondo delle scommesse e a un nuovo gioco a premi ancora da modellare. Al di là degli aggiornamenti normativi che dovrebbero arrivare dal Governo, una parte del lavoro andrà fatto sul fronte interno, con la trattativa per ridurre gli stipendi degli atleti. I giocatori certo non intendono accollarsi l’intera perdita del sistema, ma solo contribuire. Anche perché, viene fatto rilevare, che ci sono club che finora non hanno pagato neppure gli emolumenti di gennaio, una cosa che era accaduta anche negli scorsi anni (il termine ultimo per corrispondere i salari fino a marzo è il 31 maggio). Non è una sorta di sospensione complice il Covid-19, ma se preferite (per qualcuno) un’abitudine. I proprietari, però, un taglio se lo aspettano e la Figc ha dato il suo benestare. Ora manca una norma (statale? europea?) che regoli la decurtazione e la metta in pratica.