Corriere dello Sport: “La serie A non parla italiano. Dopo due giornate, in campo solo 153 giocatori di casa nostra su 343. Gli stranieri sono stati 190, il 55,39%. Palermo ha utilizzato solo cinque italiani…” (FOTO)

“Si comprano tanti stranieri e si fanno giocare pochi italiani: la tendenza non è cambiata, i calciatori di casa nostra faticano a trovare spazio, così come i ragazzi del vivaio devono convivere ancora con troppe barriere per provare a emergere. Si investe all’estero e si trascurano i settori giovanili: ecco il primo nodo per la crescita del sistema e della nazionale azzurra. L’inversione non c’è stata, a dispetto dei buoni propositi dei club, dei dirigenti e delle regole introdotte dalla federazione: la lezione della Germania, campione del mondo nel 2014 grazie ai suoi 366 centri di formazione, è stata già dimenticata. Dopo due giornate di campionato, in Serie A sono stati utilizzati 343 calciatori: 153 italiani (44,61%) e 190 stranieri (55,39%). Un dato che si specchia con quello emerso complessivamente nella scorsa stagione: il made in Italy ha guadagnato in termini di presenza appena uno 0,51%, un granello di sabbia. Roma-Udinese, la prima partita in calendario, ha rappresentato un po’ il manifesto di questa politica di mercato che guarda in maniera diffusa fuori dai confini: in campo, tra i ventidue titolari, c’era solo un giocatore con il nostro passaporto (Stephan El Shaarawy). E un altro dato specifico riguarda proprio l’Udinese: la società della famiglia Pozzo è quella che ha utilizzato finora più stranieri in serie A, sedici su diciotto. Il centrocampista Francesco Lodi, napoletano, classe 1984, e il difensore Gabriele Angella, ventisette anni, nato a Firenze e rientrato in Friuli dopo la doppia avventura inglese nel Watford e nel Queens Park Rangers, sono gli unici italiani che hanno indossato la maglia dell’Udinese. Il grafico è allarmante: dal 2012 i giocatori italiani hanno perso la maggioranza in Serie A, in quella stagione ne furono schierati 284, l’equivalente del 50,99%. Da allora, però, le presenze sono diminuite. L’Udinese è il punto estremo di questa progressiva perdità di identità. Ma anche la Lazio, fino a questo momento, ha già impiegato quattordici stranieri su diciannove. Un podio completato dalla Roma e dalla Juventus (13). Numeri che generano preoccupazione e rischiano di limitare le prospettive della nazionale di Ventura. In una Serie A che parla sempre meno la nostra lingua, cercando tesori in giro per il mondo, c’è comunque uno splendido opposto: è la favola del Sassuolo, pronto a raccogliere applausi anche in Europa League, dove si è tolto la soddisfazione di eliminare la Stella Rossa di Belgrado, che vinse la Coppa dei Campioni nel 1991 con Savicevic, Mihajlovic e Prosinecki. Di Francesco sta continuando a costruire il suo progetto intorno agli italiani, seguendo l’impronta di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria fino allo scorso mese di aprile. Il Sassuolo, primo in classifica, ha utilizzato diciotto giocatori e solo due stranieri, il ghanese Alfred Duncan e il francese Gregoire Defrel: l’esatto contrario, in proporzione, dell’Udinese. Una bella storia anche a livello imprenditoriale, che in troppi però continuano a sottovalutare.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”

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Redazione Ilovepalermocalcio