“Il ragazzo ha le spalle forti e si farà. Non indossa la maglia numero 7 come il Nino della canzone di De Gregori, ma quella subito precedente, la 6. E si chiama Edoardo. Un predestinato, secondo molti. Un difensore erede della tradizione italiana che da un po’ di tempo si smarrita. Uno che alla prima partita da titolare in Serie A ha fatto gol all’ Olimpico (l’anno scorso contro la Lazio), uno che ha imparato dalla vita a reagire alle difficoltà. A soli 22 anni (ne compirà 23 il 2 di novembre), Goldaniga una delle certezze del Palermo. Per espressa volontà della società, che ha resistito in estate a che avrebbero regalato una plusvalenza importante (é stato pagato euro), e per indicazioni dei tecnici che 10 hanno avuto in questi mesi. lachini lo allenava da vice Gonzalez, nella posizione di centrale dove sta giocando adesso; Ballardini appena arrivato ebbe il coraggio di lanciarlo subito; De Zerbi lo ha preferito al veterano Vitiello affidando- gli un compito di responsabilità particolare. RISCATTO DOPO L’AUTOGOL La concorrenza nel reparto forte e il rientro di Rajkovic aumenta le alternative a disposizione. Ma Goldaniga non uno che si spaventi ed anzi adesso ha una forte motivazione in più per fare bene: deve riscattare quel colpo di tacco che ha macchiato la gara con la Juventus. Un po’ improvviso, un po’ sfortunato, di certo decisivo. Edoardo ha commentato con una maturità che gli viene dal suo recente passato: «Gli errori ti fortificano, ho superato cose peggiori nella vita». Il riferimento alla scomparsa del padre, andato via in un incidente stradale solo pochi mesi fa dopo un’altra serie di disavventure familiari che 10 avevano toccato. «lo vado avanti a testa alta e cerco di migliorare. L’autogol stato un infortunio di gioco che mi dispiaciuto tanto soprattutto per i tifosi perché sapevo quanto era importante per loro questa partita. Ma dai palermitani ho ricevuto tanti attestati di stima ed importante in questi casi ricevere l’affetto dei tifosi». ALTALENA. Goldaniga non siciliano (è nato a Milano) ma stato svezzato dal vivaio del Palermo. Che lo prese dal Pizzighettone quando ave- va 18 anni e già dalle prime apparizioni con la Primavera (dove pure era impiegato come terzino sinistro) si rese conto che c’era la stoffa per arrivare in alto. La necessaria gavetta a Pisa e a Perugia, poi la promozione in squadra. Con prestazioni altalenanti come capita spesso ai giovani ma con una caratteristica che spicca sempre in maniera evidente: Edoardo ha la fame giusta, la determinazione di chi vuole arrivare ad un traguardo ed disposto a sopportare i vari che ciò comporta. Elogi sperticati dopo le prime partite dello scorso anno, dubbi e critiche non appena sceso di rendimento. E mai nessuna paura, neppure nel delicato giro palla che viene chiesto prima di tutto ai difensori. «De Zerbi appena arrivato ha cercato di dare una sua idea di calcio – afferma Goldaniga – lui vuole giocare sempre palla a terra, mi ha provato difensore centrale nella difesa a 3, e mi aiuta tantissimo assieme al suo staff». Si vede che la stima ricambiata: «Devo ringraziare Ballardini che stato importante per tutti noi, ma penso che De Zerbi sia l’uomo giusto per farci diventare grandi». La sua sfida ora proseguire costantemente nella crescita, acquisire personalità, non fermarsi alle apparenze. E magari, in un Italia dove la vocazione degli specialisti del ruolo si va perdendo, puntare all’azzurro. Che ha già conosciuto del resto con le convocazioni nell’Under 20 e 21. Anche qui, nessuna remora a rivelare le proprie ambizioni: «Non nascondo che la Nazionale un mio obiettivo futuro, ma tutto passa da Palermo, questa la mia casa e la mia testa concentrata solo sul far bene in rosanero»”. Questo quanto si legge su “Il Corriere dello Sport”.