“Nulla da dichiarare in attesa delle sanzioni. Il giorno dopo il grande caos della notte di Coppa Italia del San Paolo, il Napoli sceglie la linea del silenzio: nessun commento fino alla decisione del Giudice Sportivo, prevista in giornata. Nel frattempo, le sole parole tinte d’azzurro restano quelle di Pepe Reina, leader e frontman di una squadra che martedì s’è schierata subito al fianco del proprio allenatore, e poi quelle di Maurizio Sarri. Il protagonista finito sotto accusa, che a un certo punto ha anche accusato, e che ieri nel bel mezzo dell’allenamento s’è ritrovato con il Tapiro tra le mani: «Mi scuso ancora per le offese, ma non sono omofobo. Ho avuto amici omosessuali», ha ribadito il tecnico. Un uomo solo al comando che, all’improvviso, s’è ritrovato ad affrontare la salita più ripida spinto però da un esercito di gregari di lusso: i tifosi. La sua gente. Che sin dalla notte di martedì ha letteralmente inondato il web di messaggi di solidarietà e stima, creando anche l’immancabile hashtag: #iostoconsarri. Non è stato a Bergamo a chiudere la trattativa-Grassi, invece, il ds Giuntoli: l’appuntamento con l’Atalanta per il ventenne centrocampista, in agenda ieri, è stato spostato di qualche ora a causa del post-coppa. L’esito della storia, comunque, è scontato: l’affare si farà. NESSUNA OMOFOBIA. E allora, innanzitutto Sarri. In copertina sin da martedì e ieri destinatario del Tapiro. «Mi scuso ancora, ma io non sono assolutamente omofobo. Ho avuto amici omosessuali che, purtroppo, sono scomparsi di recente» ha detto ritirando la famigerata statuina. A margine, rimbalzano anche altri due episodi strettamente legati all’attualità: «Il calcio è diventato uno sport per froci», disse il tecnico dopo Varese-Empoli del 25 marzo 2014. «L’outing nel calcio? Sarà possibile quando ci sarà un salto culturale e di mentalità e quando qualche coraggioso aprirà la strada» disse invece a Sky nel febbraio 2015. LA RESPONSABILITA’. Oltre alla reazione televisiva di Sarri, pressoché identica a quella di martedì, ieri dicevamo non c’è stato altro di istituzionale da segnalare: il Napoli, nel senso della società, ha infatti scelto di attendere le decisioni del Giudice Sportivo prima di rilasciare alcun commento. Fermo restando una base di partenza: al quartier generale azzurro si dicono consapevoli dell’errore e delle responsabilità di Sarri, ma anche della riluttanza totale di Mancini nell’accettare le scuse porte a più riprese. De Laurentiis, comunque, ha parlato della storia con il tecnico martedì: a caldo, nel ventre di un San Paolo che a tratti ha rischiato di registrare scene ancor meno edificanti. CONTATTO DIRETTO. Nello specifico, sono due i momenti di grande tensione emersi dai racconti: il primo, quando Sarri ha provato a raggiungere lo spogliatoio dell’Inter per scusarsi, incappando però nella reazione furibonda di Mancini; e il secondo, quando il Mancio stesso s’è presentato dalle parti dello spogliatoio azzurro per proseguire la sua protesta con il collega. In entrambi casi, stando alle ricostruzioni, per evitare che i due entrassero a contatto troppo diretto è stato necessario l’intervento degli uomini elle rispettive security. LA CITTA’. Il popolo azzurro, nel frattempo, ha continuato a sostenere l’allenatore in forma pressoché unanime per l’intera giornata: messaggi di sostegno a valanga attraverso il web, sfottò a Mancini e la diffusione dell’hashtag #iostoconsarri. Proprio come la squadra. La grande famiglia di Sarri”. Questo quanto scrive l’edizione doierna de “Il Corriere dello Sport”.