Corriere dello Sport: “La procura Figc traccia una strada, Fagioli dice sì a 7 mesi e al patto rieducativo”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Procura della Figc e la decisione su Fagioli.
Non è una stangata, ma una pena esemplare. Per alcuni nel senso più nobile del termine: cioè che serva da esempio a chiunque voglia collaborare con la giustizia sportiva per estirpare il malcostume delle scommesse, ma anche costituzionalmente affine a quel concetto di rieducazione spesso dimenticato nella sete di giustizialismo. Ma non tutti sono d’accordo. Nicolò Fagioli resterà infatti solo sette mesi lontano dai campi e per altri 5 girerà l’Italia raccontando a bambini e coetanei i propri errori, la consapevolezza del dramma e quei comportamenti da evitare per non cadere nel tunnel chiamato “disturbo patologico da gioco d’azzardo”. Un sospiro di sollievo rispetto a una situazione che poteva costargli la carriera.
Accordo. La storia del ventiduenne centrocampista della Juventus diventerà un monito per migliaia di ragazzi. Almeno questa è l’intenzione della procura Figc guidata da Giuseppe Chiné, che fin dal primo interrogatorio ha notato l’impegno di Nicolò, da subito collaborativo tanto da autodenunciarsi dopo il blitz della polizia nella sua casa di Piacenza, lo scorso 23 maggio, pochi giorni dopo la frattura della clavicola e a meno di 24 ore dalla penalizzazione della Corte d’Appello (-10) nei confronti del club per il caso plusvalenze. La lucidità nel momento del caos, personale e collettivo, ha garantito a Fagioli un credito fondamentale per ottenere il maxi-sconto.
Le puntate illegali su Serie A e Champions – ma non vi è evidenza di scommesse sulle gare della Juve – costano infatti al giocatore molto meno rispetto ai 3 anni di squalifica che il codice di giustizia sportiva impone come «sanzione minima» per chi non rispetta i dettami dell’articolo 24. E così la pena è scesa a un anno e mezzo per via della natura stessa del patteggiamento, cioè prima che la procura notifichi l’atto di deferimento (articolo 126, 50% di sconto). Esiste poi, da codice, la possibilità «di applicare le ulteriori diminuzioni derivanti dalla applicazione di circostanze attenuanti» e nel caso di Fagioli le attenuanti sono la tempestività dell’autodenuncia, i racconti dettagliati sul giro d’affari, la consegna di documenti e chat, la testimonianza sui coinvolgimenti diretti e, soprattutto, la veridicità delle affermazioni che Chiné ha potuto confrontare col materiale probatorio inviato da Torino. Questa collaborazione ha portato a un ulteriore sconto da 18 a 12 mesi. Cinque dei quali sono stati convertiti in «prescrizioni alternative», oltre a un’ammenda di 12.500 euro.
RIABILITAZIONE. A fine maggio Fagioli tornerà in campo, forse farà in tempo per la 38ª e ultima giornata di Serie A (Juve-Monza), e dovrà contestualmente partecipare a un piano terapeutico di 6 mesi, visitando specialisti che due volte al mese relazioneranno la procura federale, e a un ciclo di almeno 10 incontri pubblici con associazioni dilettantistiche, centri federali territoriali e centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, sulla base di programmi stilati dalla Federcalcio. Se non rispetta le indicazioni, decade il patteggiamento e la squalifica torna a 3 anni.
SETTE MESI. La proposta di accordo è stata inoltrata al presidente Gravina, che l’ha già benedetta; ora serve solo un passaggio politico in consiglio federale. Nei prossimi sette mesi Fagioli non potrà partecipare agli allenamenti alla Continassa o giocare partite, anche amichevoli, oltre a non poter rappresentare la Juve. Nei giorni scorsi si pensava che 10-12 mesi di stop fossero una pena forse più congrua per la gravità dei fatti contestati. Tra le valutazioni della procura però c’è stata quella che un impegno pro-attivo del ragazzo sulla sensibilizzazione verso il fenomeno delle scommesse, intensificato magari nei mesi in cui il campionato è fermo e la sua squalifica non sarebbe davvero afflittiva, contasse molto di più.