Corriere dello Sport: “La nuova stella dell’Udinese è l’ex Palermo Lucca”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Udinese e riporta un’intervista all’ex Palermo Lorenzo Lucca.
La carriera di Lorenzo Lucca è un’altalena. Nelle giovanili del Torino non gioca quasi mai, dunque preferisce salutare per cercare di prendere la rincorsa, riuscendoci. Esordio in Promozione a sedici anni con gol (due). Comprato dal Vicenza e una stagione più tardi è già in Serie C, tornando al Torino dalla porta principale. Prestito al Brescia, senza presenze, il Palermo lo acquista a titolo definitivo quando è in D, nel gennaio 2020, poco prima del Covid. Promozione d’ufficio per la pandemia, nel 2021 esplosione con i rosanero.
Quando c’è stato il punto di svolta?
«Non giocavo mai nelle giovanili del Torino. Così sono andato nei dilettanti perché conoscevo il mister, è un amico di famiglia. Mi ha detto “Tu hai bisogno di giocare per diventare grande, per avere più consapevolezza”. Da lì ho incominciato la mia gavetta».
Si sta bene in cima alla classifica.
«Sicuramente non eravamo scarsi, ora non siamo dei fenomeni. Dobbiamo rimanere concentrati e umili perché è appena iniziata e non abbiamo ancora fatto nulla. Prima raggiungiamo i quaranta punti per salvarci, poi penseremo al resto».
Però una vittoria come quella con il Parma dà entusiasmo.
«All’inizio abbiamo pagato alcune nostre disattenzioni. Nell’intervallo il mister ci ha detto di stare più alti, di accorciare le distanze. Nella ripresa siamo riusciti a dimezzare subito lo svantaggio, da lì è andato tutto come doveva andare».
Domani sfidate la Roma. Quel che è successo in settimana può essere un fattore?
«Non credo, rimane una grande squadra, quindi dovremo essere concentrati solo sulla nostra prestazione. Non dobbiamo pensare a quello che gli è succeso in questi giorni, loro saranno tanto motivati come noi».
Thauvin sembra rinato.
«Siamo complementari. Vorrei rubargli il sinistro, lo avessi anche io così…».
Tutti sono incuriositi di Runjaic.
«Ha un gioco molto offensivo, ha intenzione di giocare sempre la palla in avanti, di pressare il più possibile. Le due reti subite con il Parma non sono colpa sua, bensì di nostre disattenzioni. Poi siamo stati anche bravi a ribaltarla con spirito e un calcio europeo. Runjaic è una brava persona. Il percorso può essere paragonato al mio, viene dal basso e adesso si ritrova in A, primo».
Toni le assomiglia ed è esploso anche più tardi di lei…
«Ci possono essere punti in comune, ma è stato un grandissimo, ha vinto la Scarpa d’Oro, è riuscito a essere capocannoniere a 38 anni. Non posso essere paragonato a lui ora».
Come Ibra?
«È sempre stato un mio idolo».
Passato dall’Ajax. Com’è nata la storia del primo italiano lì?
«Ero a Pisa, avevamo appena finito il ritiro. Il direttore sportivo mi dice che Huntelaar e van der Sar mi vogliono prendere. C’erano altre squadre in A. È un’esperienza di vita perché si tratta di una vera scuola calcio, sfornano giocatori in continuazione. Da quando sono arrivato io si sono ritrovati in difficoltà».
Perché?
«Stava cambiando gestione fra allenatore e direttori. Me la tengo stretta perché è stata un’occasione unica, ma credo mi abbiano dato poco spazio rispetto a quanto dimostrato. Nella mia piccola carriera ho sempre dovuto affrontare persone che mi hanno detto che non avrei mai potuto giocare».
Pensa alla Nazionale?
«Giusto farlo, ma non è un’ossessione. Prima il club, nella vita tutto è conseguenza».
Obiettivo di quest’anno?
«I gol non li dico. Come squadra non dobbiamo porci limiti».