“Bisogna toccare il fondo e andarci vicino per poter risalire, liberarsi e tornare la squadra che s’era meritati gli applausi e i timori di tutti da capolista imbattibile. Capita questo al Palermo che palpa con mano una crisi evidente (un solo punto nelle precedenti 4 gare) e poi s’aggrappa al suo tecnico, anche lui a un passo dal tracollo. Eh già, perché i rumors che s’erano addensati sul “Barbera” alla vigilia del delicato incrocio con l’Ascoli dell’ex Cosmi annunciavano altre decisioni raggelanti. In caso di ko non sarebbe forse bastato neppure l’avvicendamento nel ruolo di ds tra Fabio Lupo e Valoti (buona fortuna, Aladino!). Una scelta ingenerosa non fosse altro per le plusvalenze di cui un club in affanno e già in Tribunale potrà beneficiare in futuro grazie al dirigente abruzzese. Come sempre contraddittorio e indecifrabile, Zamparini ha trovato un altro capro espiatorio nel ds che dalla scorsa estate ha fatto un lavoro encomiabile, ricostruendo con criteri di normalità una società e una squadra uscite deflagrate dall’ultima retrocessione. Nella notte per la A congelata e andata in scena a metà (ma non s’era detto che a febbraio non ci sarebbero state più infrasettimanali notturne che rendono tutto più rischioso, anche andare allo stadio?) è servito Rispoli a capovolgere la scena, rinsaldare Tedino e scongiurare altri danni. Perché l’Empoli impreca al 95’ contro Novellino, il Frosinone rimonta con orgoglio a Cremona ma frena. E la A diretta torna di nuovo contendibile. Zamparini, permettendo. E’ ovvio, no?”. A riportarlo è l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.