Corriere dello Sport: “La grande illusione è finita. Palermo riparte dalla D”
La grande illusione è finita. Scrive così l’edizione odierna del “Corriere dello Sport” dopo il caos che Palermo e il Palermo stanno vivendo. Il quotidiano sportivo riporta: “Travolto dall’autunno drammatico dell’era Zamparini e uscito penalizzato – eppure ancora momentaneamente vivo – dai processi sportivi tardivamente andati in scena a maggio inoltrato, il club rosanero si sbriciola per le inadempienze amministrative dell’esperto Lucchesi, e dei Tuttolomondo, un dirigente di lungo corso che sembra impensabile possa essere incappato in errori tanto clamorosi quanto banali e ambiziosi capitani di ventura“.
Dopo un breve riassunte con le diverse tappe che il club rosanero ha passato tramite Arkus Network, il quotidiano scrive un epilogo amaro: “[…] Perché il Palermo dovrà ricominciare dalla D, una categoria mai frequentata in passato. Dopo la mancata iscrizione tutto si azzererà, con l’unico effetto positivo di mettere fine a cattive gestioni, intrighi e processi“.
Nelle righe dopo, il “Corriere dello Sport” ricorda casi simili a quelli del Palermo, cronologicamente recenti e anche vicini geograficamente: “Proprio come a Bari, altra capitale del calcio del Sud spazzata via dai professionisti un anno fa. Eclissatisi prima Paparesta e poi Giammarva, inutilmente inseguiti da Claudio Lotito, i Galletti sono finiti sotto l’ala protettiva della famiglia De Laurentiis. In una sola stagione hanno già dimezzato le perdite tornando in C. Una categoria dalla quale il Palermo manca dall’era Sensi, 18 anni, quando con Giuliano Sonzogni allenatore, poi sostituito nel finale da Ezio Sella, ottenne una rocambolesca promozione in B. Un anno fa furono altrettanto dolorose le cancellazioni del Cesena, travolto da una montagna di debiti, e dell’Avellino di Walter Taccone caduto su una fideiussione senza rating, tardivamente sostituita con un’altra poi dichiarata fuorilegge ma buona per iscrivere due club di B e sette di Lega Pro. Gli irpini intentarono una causa contro Lega e Figc per una presunta «disparità di trattamento», arrivando a rivendicare i propri diritti sino al Tar del Lazio. Inutilmente come il Foggia“.