“Quanto pesa quel nome sulla maglia, come un macigno. Da Maldini a Di Francesco, da Ganz a Marchegiani. Che fatica sopportare pressioni e confronti. «È arrivato il figlio di…», «quello col padre non c’entra niente». Loro liberano la mente e non ci pensano, provando a respingere ogni paragone. Come Federico Di Francesco, attaccante del Bologna che martedì ha firmato la prima doppietta in Under 21 (un gol di tacco) alla seconda presenza. Figlio di Eusebio, allenatore del Sassuolo: sul calendario di casa è già cerchiato il 23 ottobre, giorno in cui si affronteranno. Prima, il 2 ottobre, i rossoblù giocheranno con il Genoa di un altro figlio d’arte, Giovanni Simeone, arrivato in Italia qualche anno dopo papà Diego. Un mese e mezzo prima era già sbarcato in serie A Ianis Hagi. Chi l’ha visto giocare giura che abbia lo stesso piede del padre. Del resto Gheorghe se l’è coccolato nel Viitorul prima di farlo venire in Italia, come aveva già annunciato a gennaio sul nostro giornale. GENERAZIONI. G come Gheorghe ma anche come generazione, quella dei Maldini: da Cesare a Christian e Daniel, attaccante delle giovanili del Milan che nell’aprile scorso ha dedicato un gol al nonno, scomparso qualche giorno prima. Papà Paolo segue da vicino i suoi ragazzi: quando Christian ha esordito nella Primavera del Milan era lì in tribuna a dare consigli. Svincolato dai rossoneri in estate, oggi il ragazzo gioca nell’Hamrun Spartans (Malta) in prestito dalla Reggiana. Compagno di Ianis nella Fiorentina, Federico Chiesa: stesse qualità di papà Enrico e se n’è accorto anche Paulo Sousa, che l’ha già fatto esordire in A con la Juventus. GLI ALTRI. Chiesa (Enrico) è stato compagno di Luca Marchegiani alla Lazio nel 2002-2003: oggi un altro Marchegiani portiere, Gabriele, gioca in serie B nella Spal che l’ha preso in estate dalla Roma. Avversario in serie B sarà Lorenzo Di Livio, figlio di Angelo, che dopo aver fatto il ritiro con la Roma di Spalletti è andato in prestito alla Ternana e ieri ha esordito con la nuova maglia. Nel Verona invece c’è quel gioiellino che la Juve ha preso e girato in prestito: figlio di ROMA – Ricordi del Di Livio che fu, racconti del Di Livio che è. Angelo e Lorenzo, legati (oltre che dalla parentela) da quel pallone che rotola. Dagli anni ‘90 fino ad oggi: «Mi rivedo molto in lui – racconta papà Angelo – quando torna a casa stanco dagli allenamenti mi ricordo quando anch’io raccontavo la mia giornata». Macchina del tempo azionata in casa Di Livio, Lorenzo cresciuto da sempre a pane e pallone: «Ha sempre voluto fare il calciatore, a cinque anni ha iniziato la scuola calcio e pian piano è cresciuto. Sempre con un pallone tra i piedi e la testa sulle spalle». La prima volta in un campo di calcio non se la ricorderà Lorenzo, era il 1998 e aveva un anno: «L’ho portato in campo sotto il diluvio al Delle Alpi di Torino per festeggiare lo scudetto. C’era anche mia figlia, è stata un’emozione bellissima». Prima esperienza lontano da casa per Lorenzo, girato in prestito dalla Roma alla Ternana: «E’ il primo anno che va via da casa, è entusiasta e contento. Anch’io lo sono, l’importante è che abbia sempre la testa sulle spalle». Chissà se si sente già la sua mancanza in casa: «Io ci sono passato prima di lui, il calcio è fatto così. Andrò a seguirlo spesso, forse alla mamma mancherà un po’ di più…». Il calcio non è un argomento tabù, ma: «Ne parliamo poco. Lui ogni tanto mi chiede qualche consiglio, ma io non introduco mai l’argomento: è giusto che vada avanti per la sua strada, sbagliando ma stando sempre concentrato sulla vita professionale. Nonostante questo però ci confrontiamo molto, è maturato. Il nostro rapporto è migliorato molto». E se si aprisse la pista estera? «Nella sua testa c’è una mezza idea di cambiare prima o poi, gli piace molto il calcio spagnolo». Il sogno nel cassetto di papà Angelo però è un altro: «Sono nato nella Roma e sono tifoso giallorosso: è chiaro che il mio sogno è quello di vedere Lorenzo con la numero 10 della Roma, ma questo adesso non deve essere un’ossessione». Un sogno. Il sogno di casa Di Livio. «Lorenzo mi assomiglia Un sogno: il 10 alla Roma» CASA DI LIVIO di Giorgio Coluccia ROMA Usa 1994, Mondiali di calcio. Ricordate l’esultanza del brasiliano Bebeto ai quarti dopo il gol all’Olanda? Le braccia cullano un bambino che sta per nascere. Mattheus Oliveira nascerà il 7 luglio, dieci giorni prima del successo iridato di suo papà contro l’Italia. Quel bimbo adesso è un centrocampista di ruolo e dopo aver militato nelle giovanili del Flamengo attualmente gioca nell’Estoril (massima serie portoghese). Nel Brasile campione del mondo ‘94 in squadra c’era anche Mazinho, che vanta ben due figli d’arte: Thiago Alcantara, passato al Bayern Monaco, e Rafinha, rimasto al Barcellona dopo averne frequentato le giovanili con il fratello. Negli ultimi mesi si è parlato tanto anche di Kasper Schmeichel, portiere del Leicester campione d’Inghilterra, capace di mettere in casa un’altra Premier League dopo le cinque vinte dal leggendario padre, Peter, con il Manchester United. La quadripletta, invece, è tutta di ZizouZidane: Enzo (classe ‘95), Luca (1998), Theo (2002) e Elyaz (2005). I primi due sono stati in ritiro con il Real Madrid durante la tournée estiva in America, visto che Enzo milita in terza divisione con il Real Madrid Castilla e veste la 10 come il papà, mentre Luca gioca tra i pali della Juvenil madrilena. C’è stato il passaggio di consegne anche in casa Weah: il sedicenne attaccante Timothy, figlio dell’attaccante liberiano ex Milan, ha da poco firmato il suo primo contratto con il Psg. Rispetto al papà Lilian, Marcus Thuram ha deciso invece di fare la punta e gioca con il Sochaux, nella B francese. I tifosi dell’Inter ricorderanno sicuramente Youri Djorkaeff, che a Milano è diventato padre di Oan nel ‘97: il ragazzo è appena approdato tra i giovani del Montpellier. Un altro ex interista è Paul Ince, che ha lanciato suo figlio, Tom, nelle giovanili del Liverpool: adesso gioca nel Derby County, in serie B inglese. Mentre tra i ragazzi dell’Ajax c’è Justin Kluivert, figlio dell’ex milanista Patrick e in Svezia Henrik Larsson vigila sul primogenito Jordan (in forza all’Helsinborg). ©RIPRODUZIONE RISERVATA Da Bebeto a Schmeichel è una questione di Dna GLI STRANIERI Cognomi importanti e confronti continui da sostenere Un’eredità pesante per chi ha avuto il padre in campo «Alcune volte mi chiede consigli E’ maturato molto A un anno lo portai al Delle Alpi…» Giocano in Francia i figli di Weah, Thuram e Djorkaeff Al Real Enzo Zidane con la numero 10 LA FORMAZIONE: 4-3-3 Maurizio Ganz, Simone ha ripreso dal padre il senso del gol (già 2 quest’anno) che evidentemente è di famiglia. In B anche Michele Somma (Brescia) figlio dell’allenatore Mario (Catanzaro) e Alessandro De Vitis (Latina), figlio di Totò, attaccante che ha chiuso la carriera del ’99 nel Verona. E proprio a Verona allenava Mandorlini fino a due stagioni fa: ora è libero, intanto il figlio Matteo gioca nel Padova in Lega Pro. Le fasce del Milan coperte con Abate e Antonelli, due ragazzi cresciuti a pane e pallone: Roberto Antonelli ha giocato in rossonero vincendo uno scudetto nel 1978-’79. Beniamino Abate era il secondo di Zenga all’Inter. L’altro Zenga, Jacopo, attaccante e figlio di Walter, è in Eccellenza nel Crema. Ruoli ribaltati anche in casa Lentini, dove Nicholas, figlio di Gianluigi, difende la porta del Gozzano in serie D. Nel Bologna c’è Federico Viviani, figlio di Mauro ex Lazio. Derby in casa Muzzi: da una parte Ramon, attaccante della Primavera della Lazio, dall’altra Nicholas, esterno del Racing. Tutti e due passati per le giovanili della Roma, proprio come papà Roberto che ora è il vice di Stramaccioni al Panathinaikos. Andrea Mancini è volato in America per giocare con il Dc United, in seconda divisione statunitense. Ma… quel Mancini? Sì, esatto, il figlio di Roberto ex allenatore dell’Inter. «Dopo tanti anni un Di Natale all’Empoli», così Totò annuncia l’arrivo del figlio Filippo nelle giovanili dei toscani sul suo profilo Instagram. Nomi (cognomi) che sono sempre lì su quelle maglie. Ragazzi cresciuti a pane e calcio. Generazione 2.0, figli d’arte in azione.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.