L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Figc che cambia l’Assoarbitri.
La proposta di Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, di riformare il sistema elettorale dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) rappresenta un importante passo verso la democratizzazione e la trasparenza nel mondo arbitrale italiano. Introdurre il suffragio universale per la scelta del presidente nazionale dell’AIA è una mossa rivoluzionaria che potrebbe ridurre significativamente l’influenza della politica interna e le pressioni esterne che hanno da tempo complicato la gestione e la percezione del movimento arbitrale.
Questa riforma permetterà a più di 30.000 associati di avere un impatto diretto sulla leadership, contrastando così la tradizionale politicizzazione e le lotte di potere che hanno spesso caratterizzato l’organizzazione. Il passaggio da una scelta politica interna a una elezione diretta dovrebbe favorire una maggiore equità e rappresentatività, dando voce a tutti gli associati anziché limitarsi a una cerchia ristretta di decision maker.
Il contesto in cui si inserisce questa proposta è particolarmente teso, dato il recente scandalo che ha coinvolto l’ex procuratore arbitrale e le continue pressioni da parte dei club, che cercano maggiore autonomia dal sistema federale. Queste dinamiche rendono la riforma non solo necessaria ma anche potenzialmente problematica, dato che sta già suscitando malumori tra le forze di opposizione interne all’AIA e potrebbe acuire i conflitti con la Serie A.
Un altro cambiamento significativo proposto è l’estensione a due anni del mandato per gli organi tecnici, come il designatore della CAN, a partire dal 2025-26. Questo dovrebbe offrire una maggiore stabilità e permettere una pianificazione a medio termine più efficace, proteggendo i funzionari dalle continue pressioni e dagli attacchi che possono derivare da mandati più brevi e precari.
Inoltre, il nuovo principio che richiede ai candidati oltre il terzo mandato di ottenere due terzi dei voti validamente espressi riflette un movimento più ampio verso la democratizzazione e la responsabilizzazione, in linea con le direttive governative e del ministero per lo Sport. Infine, la tensione e l’insicurezza espressa da arbitri come Orsato, che sentono il peso delle lotte interne, evidenziano la necessità urgente di questa riforma. Questa iniziativa di Gravina non solo mira a stabilire un sistema più giusto e trasparente, ma anche a ripristinare l’armonia e la fiducia nel settore arbitrale, elementi essenziali per garantire la correttezza e l’integrità delle competizioni sportive.