L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla riforma di C.
In quel “facciamo rete”, scelto come slogan della campagna elettorale, c’è la mission della nuova Lega Pro targata Matteo Marani: una forza di sistema, che si sente «parte della filiera» ma ritiene al tempo stesso di potersi confrontare dialetticamente «alla pari con A e B». Il giornalista bolognese, 52 anni, ha stravinto la competizione elettorale contro Marcel Vulpis andata in scena ieri al Salone d’Onore del Coni: 39 i voti a favore, solo 15 quelli dello sfidante (2 schede bianche e 2 nulle), il quale si aspettava un «match alla pari» che invece non c’è stato. Parlando di fondi per l’impiantistica, di visibilità televisiva, di percentuale di ricavi sulle scommesse e di benefici fiscali, Marani ha unito sotto la propria bandiera le big. Padova, Pescara, Piacenza, Novara, Entella, Crotone, Catanzaro, Vicenza, Reggiana, Ancona, Pordenone, Potenza, Torres, Foggia e Cesena i “grandi elettori” che hanno sostenuto la sua candidatura, trascinando Monterosi, Pro Patria, Recanatese, Francavilla, Giugliano, Cerignola e tante altre.
ZOLA VICE. Trionfa anche Gianfranco Zola, l’ex Napoli, Parma, Chelsea e Cagliari che ha convinto 50 club su 58 (l’Arzignano non era presente e la Juve Next Gen non poteva votare), conquistando di diritto la poltrona di vicepresidente vicario, da ratificare nel prossimo consiglio. “Magic Box” in conferenza stampa ha parlato di «giovani che devono giocare di più» perché il nostro Paese «non sta generando tanti giocatori di qualità». L’altro vicepresidente è Giovanni Spezzaferri (33 voti), ex nº 1 dell’Aversa Normanna. Entrambi sono in quota Marani, come i consiglieri Magrì (Francavilla, 36 voti), Bianchi (Padova, 33), Langella (Juve Stabia, 26), Testa (Pro Patria, 22) e Salerno (Reggiana, 20). Tra i sostenitori di Vulpis (non eletti i candidati vicepresidenti Zicchieri e De Nigro) c’erano invece Montevarchi, Gubbio, Imolese, Pontedera, Rimini, Taranto, Trento, Viterbese e Triestina. Attaccato alla vigilia dal suo sfidante «per indossare le divise della Figc e di Sky», Marani ha lanciato nella conferenza stampa successiva allo spoglio messaggi distensivi. Vulpis ha invece abbandonato il Coni prima che si concludessero le operazioni di voto, ringraziando in un tweet «le persone libere» che lo hanno sostenuto.
GRAVINA. Marani continuerà a guidare anche il Museo del Calcio. Il presidente della Figc, Gravina (secondo i rumors il vincitore è molto vicino alle sue posizioni), ha detto «che deve restare alla guida della fondazione perché ha fatto un grande lavoro». «Marani sarà fondamentale per portare avanti la rivoluzione culturale del calcio», ha spiegato Gravina. Il nuovo presidente di Lega ha stilato un’agenda di priorità: «La sostenibilità economico-finanziaria, visto che i costi superano spesso i ricavi, l’istituzione di un tavolo permanente di lavoro e il rilancio dei vivai, e per questo ho scelto Zola». Marani ha parlato anche di riforma del calcio da attuare «tramite un dialogo», invitando i rappresentanti del massimo campionato «a non pensare che esista solo la Serie A». Soprattutto i club di prima fascia, votandolo, gli hanno chiesto di aderire al vecchio progetto di Gravina; e di rilanciare cioè la “C Elite”, pensata per formare una “zona cuscinetto” tra il professionismo di base e quello di alto livello.