Corriere dello Sport: “Juventus, torna la stangata. Difesa del club demolita”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” torna a scrivere sul caso Juventus e la nuova stangata al club.

Il ricorso della Juventus contro la penalizzazione di 15 punti si è infranto come un’onda sugli scogli: 9 motivi su 9 dichiarati infondati, alcuni anche inammissibili. Eppure i tifosi bianconeri possono comunque sperare in uno sconto che terrebbe parzialmente vive le speranze d’alta classifica. È quanto emerge nelle motivazioni del Collegio di Garanzia dello Sport, pubblicate ieri sera a 18 giorni dalla sentenza (annullamento del giudizio della Corte d’Appello con rinvio… di nuovo in Appello) che ha restituito momentaneamente i punti alla squadra di Allegri. Il 20 gennaio il giudice di secondo grado aveva deciso per la stangata e il Collegio ha confermato, dal punto di vista formale e sostanziale, l’intero impianto accusatorio. C’è però una zona d’ombra – almeno così la considera il Collegio presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli – ed è relativa alle sanzioni inflitte a Nedved, Vellano, Garimberti, Grazioli Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio, tutti condannati a 8 mesi di inibizione. Per quali colpe? La domanda non avrebbe una risposta certa. E dunque, decisione annullata «affinché la Corte rinnovi la valutazione con particolare riferimento alla determinazione dell’eventuale apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione ed attribuendo un coerente rilievo sanzionatorio». Ecco il jolly che un mese fa sembrava l’ultima carta del mazzo: la Juve ha combattuto per veder riconosciuta la propria innocenza e potrebbe avere una riduzione della pena, limitando i danni, perché sono stati tirati dentro il caso plusvalenze anche dirigenti marginali sotto il profilo delle operazioni sportive contestate.

Il deposito delle motivazioni con cui il Collegio di Garanzia Coni consegna la Juve a un nuovo giudizio della Corte Federale chiarisce molti aspetti. Ne escono demolite le argomentazioni fondamentali della difesa e confermato, nella sua interezza, l’impianto accusatorio che aveva portato alla penalizzazione di punti. Respinti i ricorsi che contestavano l’illegittimità dell’istanza di revocazione proposta della Procura Federale: Chiné operò correttamente attivando un nuovo giudizio sportivo, dopo l’assoluzione del 2022. Infondati i ricorsi che contestavano violazione dei diritti della difesa (i principi del contraddittorio e del giusto processo) perché il nuovo quadro accusatorio emerso dalle carte Prisma non modifica il tema della decisione. Peraltro, non è cambiato (come sosteneva la Juve) il capo di imputazione, dall’art. 31 all’art. 4, perché le società rispondono sempre per responsabilità oggettiva dell’operato dei loro tesserati.

Respinte le contestazioni alle sanzioni per la mancata applicazione del principio contabile Ias 38.45. Non solo perché (come ricorda il Collegio) il giudice di legittimità non deve pronunciarsi sul merito delle valutazioni degli organi giudicanti ma anche – questo è un responso sorprendente – perché le argomentazioni difensive sono state ritenute infondate pure nel merito. La Juve era tenuta – si scrive – ad applicare principi contabili in vigore da prima dell’ispezione Consob che ne dichiarò la violazione per tutte le società quotate, indipendentemente dal settore. Con tali premesse, la corte ricalibrerà la sanzione solo per tenere conto degli amministratori non esecutivi mentre la sanzione per i quattro dirigenti apicali è ora definitiva, con ridefinizione del numero di punti. Dovrà, in ogni caso, rispettare il principio di afflittività e applicare la sanzione alla stagione in corso. I punti da sottrarre saranno 15 (con motivazioni coerenti) oppure meno di 15 o i 9 chiesti da Chiné ma l’effetto dovrà comunque risultare percepibile sui risultati sportivi della Juve che ne usciranno, inevitabilmente, penalizzati.