Corriere dello Sport: “Jankto fa coming out: «Sono gay, non voglio nascondermi più»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul coming out di Jankto.

Le personalità non gli è mai mancata, c’è poco da dire. Esordio con l’Under 21, dopo tutta la trafila nelle selezioni giovanili ceche e subito a segno contro l’Albania. Debutto con la Nazionale maggiore e arriva immediatamente il gol anche con la Lituania. E, ora, rieccolo qui, che pare uscire direttamente dal silenzio e dall’oscurità per accomodarsi su una sedia, con un riflettore puntato sul volto pulito, per la sua confessione. Un discorso fermo, lapidario, pronunciato con la sua caratteristica pacatezza per dire quello che parecchi dei suoi colleghi – e ce ne sono – non osano ancora pronunciare davanti a una telecamera. «Ciao, sono Jakub Jankto. Come tutti, ho i miei punti di forza e ho le mie debolezze. Ho una famiglia. Ho i miei amici. Ho un lavoro che svolgo come meglio posso da anni, con serietà, professionalità e ambizione. Come tutti, anch’io voglio vivere la mia vita in libertà, senza paure, senza pregiudizi, senza violenza… Ma con amore. Sono omosessuale e non voglio più nascondermi».

FACCIAMO SQUADRA. A stretto giro arrivano i primi applausi e messaggi d’appoggio attraverso i social. Incoraggiante. Repentino quello del Getafe, a cui tutt’ora appartiene il suo cartellino. «Il nostro massimo rispetto e appoggio incondizionato al nostro calciatore Jakub Jankto» recita il tweet uscito dal quartier generale degli azulones. Non tarda neppure quello dello Sparta Praga, a cui il talentuoso centrocampista si è unito, attraverso la formula del prestito, la scorsa estate. «Jakub Jankto, già qualche tempo fa, ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale con la dirigenza, l’allenatore e i compagni di squadra. Tutto il resto riguarda la sua vita personale. Nessun ulteriore commento. Basta domande. Hai il nostro supporto. Vivi la tua vita, Jacob. Non importa nient’altro». Ai due club più vicini, nel giro di pochi minuti, si sono uniti, attraverso i rispettivi canali ufficiali, la Juventus, la Premier League e, con un affettuoso cuoricino, anche l’ex compagno Alex Meret, con cui Jankto ha condiviso l’esperienza all’Udinese.

EPOCALE. Non sono mancati, in passato, i coming out tra gli sportivi, ma a rendere epocale quello di Jankto ci sono l’età, 27 anni, con ogni probabilità il culmine della carriera per un calciatore, e l’importanza del protagonista. Parliamo di un nazionale, 45 presenze e 4 reti, uno che solo lo scorso anno ha giocato in Nations League contro Svizzera e Spagna, uno che prometteva bene fin da giovane, tanto da essere premiato come ‘Talento ceco dell’anno’ nel 2017, un riconoscimento che in passato è stato ottenuto da gente del livello di Tomas Rosicky, Milan Barros e Peter Cech. Un ragazzo che, lasciata la Repubblica Ceca appena compiuta la maggior età, ha giocato in Italia, con Udinese, Ascoli e Sampdoria, prima di passare, nell’agosto del 2021, al Getafe, a cui è legato fino al 2026, sebbene lo Slavia abbia in mano la possibilità di riscattarlo a titolo definitivo.

AVANTI IL PROSSIMO. Ora, in Spagna, ci si chiede se altri coraggiosi seguiranno l’esempio del ragazzo di Praga. A maggior ragione dopo lo scivolone di un pezzo grosso come Iker Casillas, che lo scorso ottobre, esasperato dai mille flirt che gli attribuiva con cadenza quotidiana la stampa rosa iberica, se n’era uscito con il suo falso coming out: «Spero che mi rispettiate: sono gay», a cui sono seguiti atteso linciaggio mediatico e scuse doverose. E di potenziali epigoni nel mondo del calcio professionistico spagnolo, secondo quanto riferisce As, ce ne sarebbero almeno 142. È quanto assicura uno studio congiunto realizzato, nel non troppo lontano 2016, dalle Università di Cordoba e Siviglia. Più di 42mila, invece, sarebbero i giocatori omosessuali complessivi tesserati nelle distinte federazioni.