Corriere dello Sport: “Italia tra oriundi e serie B, è piccolo il mondo azzurro”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Italia alle prese con gli stage tra Oriundi e serie B.
Uno stage-ponte, tra il 2021, indimenticabile anno Europeo macchiato dalla mancata qualificazione mondiale diretta, e il 2022, millesimo iridato da certificare con i play off. Oggi a Coverciano Mancini metterà insieme passato, presente e futuro, aprendo il breve raduno (fino a venerdì mattina), facendo la conta del suo gruppo variegato, ridefinito ieri. Niente “debutto” per Scalvini, indisponibile: al suo posto un altro deb, Caleb Okoli, attualmente in B, terzo gioiello U21 della Cremonese, oltre a Carnesecchi e Fagioli. In più il ct ha richiamato Gian Marco Ferrari (Sassuolo), da tempo nel suo giro. Dunque, 36 calciatori in campo nel pomeriggio (dopo l’esito del tampone rapido quantitativo d’ingresso).
Con loro, osservatori, anche il “bicapitano” Leo Bonucci e il romanista Lorenzo Pellegrini, convalescenti. Presenze simboliche a controbilanciare le assenze di Chiesa, Spinazzola, Emerson Palmieri, Castrovilli, Jorginho, Donnarumma, Verratti, Acerbi e Belotti. Ora era chiaro che il ritorno di Balotelli calamitasse l’attenzione di questa tre giorni fiorentina. Forse meritano altrettanta attenzione però le scelte orientate “politicamente” da Mancini. Ci riferiamo all’ulteriore allargamento del gruppo di oriundi a sua disposizione (5, come solo 60 anni fa), con l’arrivo tutt’altro che sperimentale di Joao Pedro e Luiz Felipe, destinati a portare a 50 il numero di “nuovi italiani” tra i quasi 800 nazionali utilizzati fin qui in oltre 110 anni di storia.
A questo si aggiunge la scelta di pescare giovani talenti in serie B, come gli era già capitato con Tonali, ancora predestinato a Brescia. Pratica non nuova per un ct, ma sempre praticata con parsimonia nell’ultimo mezzo secolo passato, da Valcareggi a Bearzot, dal Trap a Prandelli: Chinaglia (Lazio, 1972), Collovati (Milan, 1981), Maccarone (Empoli, 2002), Ogbonna (Torino, 2011) i precedenti più illustri oltre al caso limite degli juventini campioni del Mondo 2006, Buffon, Chiellini, Camoranesi, Del Piero, finiti in B, ma ovviamente chiamati da Donadoni. Ma torniamo ad oggi. Oriundi e giovani cadetti sono le due facce della stessa medaglia che Mancini deve maneggiare. Una serie A che gli offre ormai meno del 40% degli azzurrabili deve dunque essere sfruttata anche puntando, dove lecito, su calciatori nati lontano da Roma.