Corriere dello Sport: “Italia piena di fiducia. Finlandesi modesti, ma i gol di Candreva e De Rossi illuminano la bella notte azzurra”

“Dicono che le amichevoli all’Italia non servono. Servono, servono… Questa di Verona, in un Bentegodi felice, fa il paio con quella di Malta, risolta da Pellè. Qui, nell’ultimo test prima dell’Europeo la piccola Italia di Conte, secondo gli umori nazionali, si scopre un po’ più grande, grazie al gran momento di Candreva e a quel gran giocatore, anche in Nazionale, che risponde al nome di Daniele De Rossi, ex campione del mondo, sempre più cannoniere azzurro. In questo senso crediamo che il ct abbia pesato con attenzione le prestazioni dei due registi che si sono alternati: prima Thiago Motta, poi appunto DDR. Se Conte doveva capire a chi affidare l’Italia contro il Belgio ci pare che una risposta in questo senso sia arrivata, non solo per il gol ma anche per la voglia di Nazionale dimostrata dal romanista. Oltre a questo, conta il fatto che la Nazionale mette finalmente insieme due partite senza subire gol, come solo un paio di volte è accaduto nella gestione contiana. E parte per un Europeo con una vittoria, come non accadeva dal 2008. Vero che Scozia e Finlandia non hanno dato l’idea di voler far male agli azzurri. Ma la crescita costante dell’Italia, in queste tre settimane di lavoro, ci pare oggettiva. Insomma, in valigia non ci sarà solo scetticismo. SCELTE. Mai fidarsi di un ct emozionato, verrebbe da dire. Pur avendo annunciato pochi cambi rispetto alla partita contro la Scozia a Malta, alla fine Conte qui a Verona cambia più di mezza squadra (6 gli avvicendamenti, a partire da Buffon per Sirigu). Perché in effetti, al di là dell’avversario, se il tema era provare un’Italia diversa, con due esterni d’attacco, Candreva più El Shaarawy al posto di Darmian, con un interno di ruolo, Parolo per Florenzi e con il tandem ignorante Immobile-Zaza in vece dei “titolari” Pellè-Eder, sarebbe stato difficile fare diversamente. E dunque il ct contro la Finlandia prudentissima di Backe ha scelto all’inizio questa Nazionale più offensiva. CON CALMA. Aiutata da un avversario ordinato ma non certo arrembante, subito dietro a 5, con una seconda linea a 4 senza palla, l’Italia ha cercato di fare le cose con calma. Così la Nazionale ha cercato fin dall’inizio di aggirare il muro scandinavo, grazie a Candreva, benché a tratti impegnato da Uronen. Dall’altra parte, seppur a tratti, ha funzionato il treno GiaccheriniEl Shaarawy, col romanista attento anche a rinculare e il Giac, ancora non brillantissimo, comunque sempre presente nei movimenti di squadra. Che dire di Immobile-Zaza? Si sono annusati, in avvio, con lo juventino più determinato nella ricerca della porta, mai trovata però con precisione mentre il compagno, più mobile, è sembrato meno dentro al match. In questa situazione piuttosto bloccata, con Thiago Motta in regia al passo e senza estri, con Bonucci meno intraprendente del solito nella impostazione da dietro, poteva essere prevedibile che il match venisse sbloccato da una iniziativa personale. E’ stato Candreva a inventarsi un rigore, danzando sul limite dell’area e, appena dentro, subendo uno sgambetto senza giustificazione da parte di Uronen (27′). Rigore che lo stesso centrocampista ha messo alle spalle di Hradecky (13° gol stagionale), tornando a segnare (4° centro italiano) dopo la rete messa a segno contro il Belgio a novembre. Sistemate così le cose dal punto di vista della supremazia, l’Italia ha preso fiducia col passare dei minuti, alzando anche il ritmo in avvio di ripresa, grazie all’ampiezza di El Shaarawy, sia in fase offensiva che di ripiegamento. Gioca forse un po’ meglio anche Motta, che almeno copre più campo senza palla. E la coppia ignorante? La voglia di far bene c’è, l’energia e la generosità, soprattutto di Zaza, ci sono. Ma anche molta confusione negli ultimi 16 metri. CAMBI. Dopo un’ora, cronometro alla mano per dare minuti a tutti, Conte cambia. Dentro De Rossi per Thiago Motta (uscito tra i fischi) e spazio, come previsto, al debuttante Sturaro per Giaccherini. DDR assume la regia pensando anche in verticale rispetto al compagno e, per compiere il suo destino europeo, va a segnare con rabbia di testa, su cross dell’ottimo Candreva, il 2-0, suo 18° centro in carriera, ora in scia a Gila, Bettega (19) e un certo Pablito Rossi (20). Conte completa il test inserendo Florenzi a sinistra per El Shaarawy, mentre (32′) Immobile offre a Zaza il pallone della serata, che esalta però Hradecky. Ma a Verona in festa va bene così. E non solo a Verona”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.