L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’iscrizione ai campionati in Italia.
La “norma Gravina” va a dama tra le pieghe del Decreto Rave che ieri ha spaccato il Parlamento, con tanto di “ghigliottina” (cioè il passaggio diretto al voto finale di un decreto, in qualsiasi fase dell’esame dell’aula si trovi) utilizzata per la seconda volta nella storia repubblicana. «È un grande risultato per tutto lo sport e per il calcio in particolare» esulta il presidente della Federcalcio, vedendo quindi la definitiva fumata bianca su un provvedimento che era stato già introdotto nel periodo pandemico (nell’ambito di un pacchetto di norme pensato per dare più potere alle federazioni in materia di organizzazione dei campionati) e che adesso è prorogato per altri tre anni. In questo modo, verranno drasticamente ridotti i tempi della giustizia statale per i giudizi sulle ammissioni ai campionati.
Nel dettaglio, con la conversione in legge del decreto n. 162 del 31 ottobre 2022, è stato stabilito che le controversie per le ammissioni ai campionati organizzati dalle federazioni riconosciute da CONI e CIP possano essere trattate attraverso un procedimento con “rito abbreviato” innanzi alla giustizia amministrativa al fine di «contenere in tempi certi l’eventuale contenzioso scaturente dalle decisioni adottate dalle stesse federazioni». Nel giro di un mese, o poco più, si esauriranno tutte le lungaggini burocratiche che fin qui hanno visto protagonisti (o vittime) i ricorrenti al Tar e poi al Consiglio di Stato. La formula appare ideale: meno costi per lo Stato, tempi definiti e la certezza di un giudizio non di storto dai continui ricorsi. Perché se la giustizia del calcio è divenuta decisamente più rapida con il nuovo codice voluto da Gravina nel 2019, lo stesso non si poteva dire una volta usciti dall’ambito federale.
C’è un caso che fa giurisprudenza in tal senso ed è quello del Chievo: una volta esclusa dalla Serie B 2021-22 per irregolarità tributarie, la società di Campedelli è passata da ben 27 gradi di giudizio, 24 cautelari e 3 nel merito, finché la V Sezione del Consiglio di Stato a novembre 2022 non ha posto fine alla querelle considerando l’appello «infondato» e «da rigettare». «È una follia ingolfare e intasare gli organi ordinari per queste situazioni. E ci sono procedimenti del 2015 o del 2016 di cui non abbiamo ancora certezza» disse lo stesso Gravina, durante un convegno a inizio dicembre. L’approvazione della norma, che toglie la possibilità dei ricorsi cautelari facendo in modo che la controversia si definisca subito e nel merito, «era una nostra esplicita richiesta», sottolinea Gravina, «che consente maggiore certezza in fasi molto delicate come quelle delle iscrizioni ai campionati». Il ringraziamento da parte del n.1 della Figc è per «il Ministro per lo Sport Abodi e il Vice Ministro alla Giustizia Sisto, che hanno ben compreso l’importanza della richiesta, adoperandosi d’accordo con il CONI».