Corriere dello Sport: “Italia fuori dal Mondiale. In pressing su Mancio. Gravina oggi gli chiederà di restare”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul futuro di Mancini dopo il ko dell’Italia contro la Macedonia e l’esclusione dal Mondiale.

“Se tutto è possibile, allora niente è impossibile, dunque è impossibile che qualcosa sia impossibile. Ma se è impossibile che qualcosa sia impossibile, allora qualcosa è impossibile! Ciò genera una contraddizione, quindi non tutto è possibile”. Davanti a Italia-Macedonia del Nord 0-1 materializzatasi a Palermo in realtà è crollata anche la logica matematica della celebre e ostica dimostrazione per assurdo. E lo sguardo basito di Roberto Mancini nella notte nera del Barbera sembrava rendere in pieno la sua incapacità di prendere atto concettualmente di un accadimento per lui inconcepibile. Altre inquietudini attraversavano invece la Federazione, alla vigilia di questo play off dell’assurdità che continuerà martedì tra due squadre eliminate. Certo, nessuno si aspettava in via Allegri di essere cacciato dai macedoni. Ma la fiducia iridata di Mancini in questo momento apparteneva solo a lui. Il day after l’eliminazione bis degli azzurri da un mondiale è rotolato via in un clima sospeso preoccupato. Da una parte Mancini e il gruppo squadra, rientrati nella notte a Coverciano, dall’altra il presidente Gravina a Roma, immerso in una fitta rete di incontri e di confronti con i suoi più stretti collaboratori federali.

SCELTE. La ricerca delle ragioni di quanto accaduto si è mescolata alla esigenza fondamentale in questo frangente: capire se la Nazionale resterà sotto la guida dell’attuale ct, vincolato da un contratto blindatissimo alla Figc fino al giugno 2024 (ovvero al nuovo Europeo in Germania). E la palla, come già a caldo due sere fa, è stata lasciata giocare a Mancini. E’ lui che deve (e può) sciogliere la riserva, e scegliere se restare. Il ct ieri ha iniziato il suo percorso di autocoscienza. Circondato dal suo staff di fedelissimi, dallo sguardo fraterno di Vialli. Non sarà il loro sostegno ovviamente a fare la differenza, né l’invito compatto degli azzurri a restare, reiterato da capitan Chiellini anche a Firenze, a spostare l’asse decisionale. Alla squadra il tecnico azzurro ieri ha ripetuto parole di ringraziamento e di prospettiva, da qualcuno lette come segnale di volontà di conferma. La verità è che Mancini, a chi gli è più vicino, ieri ha spiegato chiaramente: «Mi serve più tempo». Quel che vorrebbe è rientrare a casa mercoledì e poi con calma chiarire la situazione. Capire cosa fare e come farlo, stretto ora tra il suo successo più grande, trasformatosi in otto mesi nel suo tonfo senza precedenti. Non è mancato il confronto familiare. Il ct ha parlato con i suoi genitori, confessando la propria frustrazione. Curiosamente più tardi la mamma, signora Marianna, non ha potuto fare a meno di infrangere radiofonicamente a “Un giorno da pecora” il grande tabù di questo spareggio: «Io al posto di Roberto avrei chiamato Balotelli. Ha una forza spaventosa. Davanti alla porta non lo ferma nessuno».

TEMPI . Per parte sua ieri Gravina lo ha chiamato, rinnovandogli la fiducia, come già a Palermo. E già oggi il presidente federale sarà a Coverciano, anticipando di un giorno la sua presenza in Nazionale prima della partenza per Konya. Il ct gli è sembrato meno scosso, impegnato a preparare la partita contro la Turchia. Ma da oggi è evidente che la questione della sua permanenza non potrà restare sullo sfondo, a tempo… indeterminato. Nei colloqui “politici” avvenuti ieri a Roma è emersa l’opzione di arrivare a uno showdown entro questa finestra internazionale. Il fatto che Mancini abbia comunque ricevuto critiche “costruttive” da più parti (a confronto con la demolizione patita da Ventura dopo la Svezia) è stato considerato un elemento che dovrebbe aiutare il ct a chiarirsi le idee più velocemente. Gravina per parte sua si aspetta una risposta in tempi congrui. Dilatare molto oltre i prossimi giorni questo stato di cose sarebbe scivolosissimo. In uno stato di latenza simile, le voci di mercato, l’incertezza, le fibrillazioni sarebbe pagate solo dalla Federazione. Già adesso circolano voci su offerte importanti che interesserebbero il tecnico, sponda Premier. Del resto la fiducia programmatica in Mancini è nei fatti, contenuti nel contratto lungo sottoscritto lo scorso maggio. E qui si torna al punto. Il ct campione d’Europa deve esser convinto di ritrovare il suo celebre tocco. Superando quanto proposto fin qui. Del resto il cammino post Europeo dell’Italia imploso giovedì notte si è sviluppato su un piano inclinato fatto da quattro pareggi (con Bulgaria, due volte con la Svizzera, con l’Irlanda del Nord), due sconfitte (Spagna e Macedonia del Nord) e due vittorie senza storia, un 5-0 con la Lituania e 2-1 al Belgio senza Lukaku nella finalina della Final Four di Nations League. Serve dunque un nuovo progetto condiviso. Ma per definirlo occorre la convinzione piena del ct. Come detto, da oggi, lui e Gravina si confronteranno. Per riprogrammare e uscire da questa situazione assurda.