Corriere dello Sport: “Italia fuori dal Mondiale”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” torna a soffermarsi sull’esclusione dell’Italia dal Mondiale in Qatar.

In un calcio italiano in cerca di talenti fatti in casa e invece sempre più popolato da stranieri, il campionato di Serie B prova a smarcarsi dalla tendenza e a confermarsi il luogo delle grandi opportunità per i nostri giovani. Ma bisognerebbe avere più coraggio ed evitare che gli sforzi fatti in basso vengano poi dispersi in alto. Perché, come raccontano inequivocabilmente i dati del Cies, l’Osservatorio del calcio, solo l’Empoli e il Genoa tra i 20 club di A, riescono a mantenere una percentuale di utilizzo di stranieri sotto il 50% del totale. Insomma, nel nostro maggiore torneo professionistico, l’esterofilia è stata una costante in crescita negli ultimi cinque anni.

E la situazione diventa preoccupante se si allarga il focus alla Primavera, dove si arriva addirittura al 70% di giovani non italiani. VARIABILE SERIE B. E in Serie B cosa sta succedendo? Si prova faticosamente ad andare controcorrente nonostante le risorse limitate e l’eredità di club che ogni anno retrocedono dalla Serie A portandosi dietro costi e organici della categoria che il “paracadute” ammortizza sempre meno senza evitare che diventino problemi. E i giovani sono sempre più l’unica via di fuga possibile per bilanci appesantiti dalla pandemia e dai mancati incassi ai botteghini. La “mission formativa” della Serie B è così andata accentuandosi. E non è un caso che la cadetteria l’abbia fatta da padrona nelle ultime convocazioni dell’Italia U21 che, significativamente, come capo delegazione ha il presidente di Lega B Mauro Balata.

Il selezionatore Paolo Nicolato per le qualificazioni agli Europei Under 21 del 2023, nella partita con il Montenegro, ha scelto ben 13 azzurrini tra i cadetti. Con qualche novità come quella di Gaetano della Cremonese e di Cambiaghi che sta emergendo nel Pordenone di Tedino. Il lavoro di Fabio Pecchia, capolista in campionato, ha fatto crescere elementi come Carnesecchi, Fagioli, Gaetano e Okoli. Nella Spal Colombo ed Esposito si segnalano da tempo alle cronache calcistiche come elementi di qualità. E nella nostra rappresentativa azzurra hanno trovato spazio Cortinovis e Turati della Reggina e Canestrelli del Crotone (Mulattieri è out, ma tra i bomber emergenti). E poi Plizzari del Lecce, Pirola del Monza, Lucca del Pisa. Insomma, il secondo campionato professionistico italiano si sta confermando un laboratorio che meriterebbe maggiori risorse dal sistema se non proprio di essere adottato come format per il futuro.

I DATI RACCONTANO. Lo dicono i dati aggiornati alla 30ª giornata. Numeri incontrovertibili raccontano che si continua a investire sui giovani, nonostante l’emergenza sanitaria che ha ridotto ulteriormente fatturati e ricavi con stadi parzialmente chiusi e botteghini sbarrati negli ultimi due anni nonostante Balata abbia fatto di tutto per riaprirli. Ma i giovani sono sempre restati al centro del progetto e continuano a essere il propellente decisivo del calcio cadetto e c’è chi, utilizzando i talenti giusti, riesce anche a vincere, esaltando freschezza, intensità e bel gioco. Un calciatore su quattro in B è italiano, ovvero il 25,50 % del totale, e, soprattutto, è nato nel 2000. E’ il Benevento la società con la percentuale più alta di under 21 in rosa, Caserta dispone del 40,48% dei tesserati. Mentre in termini assoluti al primo posto c’è il Crotone con 20 elementi, mentre il Lecce e il Vicenza ne hanno rispettivamente 18 e 19 a testa.

MINUTAGGIO E BABY. Ma è l’utilizzo dei giovani a fare la differenza, perché a parole tutti sono pronti a investire sui baby, ma pochi li fanno giocare con costanza. E qui a vincere è la Cremonese. Pecchia coniuga giovani di prospettiva con risultati strabilianti ed è arrivato a lottare per la promozione diretta in A, categoria dalla quale i lombardi mancano da oltre un quarto di secolo. Approfondendo il nostro focus, si può notare che la percentuale media di utilizzo di under 21 italiani in B è del 7,65%. L’esempio più virtuoso è quello del club del presidente Arvedi che può vantare il 26,85% dei minuti totali disputati dalia squadra. Al secondo posto c’è la Spal di Tacopina con il 17,68%, poi il Pordenone con il 16,41%, al 14,90% il Crotone, all’11,34% la Reggina e all’11,13% l’Alessandria di Longo. Se la stessa analisi la restringiamo al periodo che va dalla chiusura della sessione invernale del mercato alla 30ª, si vede che c’è un lieve aumento della percentuale di giovani impiegati. Si passa, infatti, al 7,87%, con la squadra di Pecchia sempre all’apice con il 28,11% dei minuti totali giocati da baby italiani.

I GOL DEL FUTURO – Saranno ancora di matrice cadetta anche i gol del futuro. Continuano a brillare Cambiaghi, Colombo, Mulattieri e Lucca con 6 gol. L’attaccante del Pisa, tra quelli citati, ha la migliore media gol/minuti giocati con una rete ogni 265’. Significativa la media realizzata dell’ex beneventano Di Serio che griffa un gol ogni 167’ in campo. In totale dagli under 21 italiani sono arrivati 48 gol dei 757 realizzati in B alla 30ª. Insomma, anche in zona gol, la B fa rumore. Bisognerebbe saperla ascoltare e non disperdere i tanti sforzi fatti, magari creando una filiera virtuosa con la A, dove lo straniero regna sovrano anche quando non ce ne sarebbe affatto bisogno!