“È guidata dall’altro O’Neill nordirlandese, Michael, meno celebre forse del collega Ct dell’Eire ma sicuramente non meno amato. Già, perché O’Neill ha fatto autentici miracoli se si tiene conto che l’Irlanda del Nord ha una popolazione che supera di poco il milione di abitanti e che vanta solo quattro giocatori di Premier League. E nonostante ciò l’Irlanda del Nord non solo si è qualificata all’ultimo europeo, ma è pure arrivata agli ottavi dove ha dovuto arrendersi ai “cugini” gallesi. Non solo, ma nel girone di qualificazione ha subito gol in appena 3 gare su dieci. Anzi, tolta la Germania, contro Norvegia, Repubblica Ceca, Azerbaijan e San Marino ha subito gol una sola volta. UNA DIGA. Una statistica che la dice lunga sul gioco di O’Neill. La squadra è innanzitutto ostica e ben organizzata in fase difensiva. Che si schieri a 4 o a 3 dietro poco importa per ché comunque in mediana vi sono incontristi prettamente difensivi. Non mancano le figure pittoresche. Come lo stopper McAuley, uno dei migliori difensori centrali in Premier la passata stagione ma anche uno che, fino a 24 anni, giocava nei dilettanti e pitturava le case. Oppure l’esterno McGinn, finito in Corea del Sud, al Gwangju. O il centravanti playboy Lafferty, che da noi si è messo in luce nel Palermo l’anno della promozione giocando a fianco di tale Dybala… INSIDIE. Il capitano è Steven Davis, furetto del centrocampo abile nel dettare il contropiede. Occhio pure al mancino di Chris Brunt, sempre pericoloso sui calci di punizione. L’Irlanda del Nord non sarà sempre bella da vedere (salvo per gli amanti del calcio iper-tattico) ma in campo dà tutto. E, soprattutto in casa, sa trasformarsi”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.