Corriere dello Sport: “Italia a Spalletti. Si volta pagina, stop ai senatori Verratti e Jorginho rischiano l’addio”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Italia e la svolta con Spalletti.
Spalletti è l’esteta più pragmatico del calcio italiano: il bel calcio e le qualità tecniche, a volte l’idea geniale per completare il mosaico, come accadde nella sua prima Roma quando inventò Perrotta trequartista, Totti centravanti e Pizarro playmaker. Gioco e risultati, sintesi efficace. L’ex tecnico del Napoli, almeno inizialmente, non inventerà niente. Servono punti per avvicinarsi all’Europeo 2024 in Germania. La Macedonia (9 settembre a Skopje) e l’Ucraina a San Siro (martedì 12) ci devono togliere le paure e consegnare, se non l’ingresso, almeno la garanzia del secondo posto nel girone dietro l’Inghilterra.
PALLEGGIO. Spalletti punterà sulle certezze e non si discosterà molto, come uomini e modulo, dall’ultima Italia di Mancini. Si girerà pagina, puntando sui più giovani: Bonucci, Verratti e Jorginho difficilmente verranno richiamati, è da valutare Immobile (recuperato al top da Sarri), in dipendenza dalle prime partite di campionato. Luciano ha un’adorazione per Raspadori, condizionato nel 2023 dall’infortunio muscolare e dalla presenza di Osimhen. La nuova Italia con il centravanti di palleggio? Forse sì, idea futuribile. Retegui (Genoa) e il ritorno di Scamacca (in rodaggio con l’Atalanta di Gasp) coprono il ruolo più discusso degli ultimi anni della storia azzurra accanto all’ex Sassuolo. In prospettiva da tenere d’occhio Pinamonti, se sboccerà: si era cominciato ad affacciare in Serie A con l’Inter di Spalletti.
PIEDE SINISTRO. Il tecnico di Certaldo punterà sul sicuro, riducendo al minimo i rischi e rispettando i canoni classici a cui era legato l’ex ct: 4-3-3, un esterno mancino a destra. Ampia scelta e nomi conosciuti, non solo Berardi. Politano era un uomo di Luciano anche ai tempi dell’Inter. Occhio a Zaniolo, appena ceduto dal Galatasaray all’Aston Villa. Spalletti, che lo aveva visto crescere nella Primavera dell’Inter, lo avrebbe voluto al Napoli quando il rapporto dell’ex romanista era entrato in crisi a Trigoria. Chiesa, quasi certamente, verrà utilizzato sulla fascia sinistra, dove Mancini stava pensando di richiamare a settembre Zaccagni, 10 gol nella passata stagione con la Lazio, riconvocato per lo stage in Sardegna senza entrare nel gruppo per la Nations a giugno.
QUALITA’ IN DIFESA. Di Lorenzo era il suo capitano al Napoli e Lucio conosce benissimo i giovani cresciuti a Empoli: Baldanzi è un mancino che può coprire due ruoli (esterno d’attacco o trequartista), viene considerato in rampa di lancio a Coverciano. Aria di convocazione a settembre. E’ assai probabile che la qualità di Lorenzo Pellegrini venga riportata in superficie dal nuovo ct, che potrebbe cavalcare la variante del 4-2-3-1: il capitano della Roma può essere impiegato da mezzala con proiezione offensiva, un po’ come Zielinski a Napoli, a maggior ragione se sceglierà un play muscolare (Tonali, Cristante, Locatelli) insieme a Barella e Frattesi. Fazzini è un nome da considerare. Parisi si farà largo dietro a Dimarco. Da valutare la difesa. Casale e Buongiorno potrebbero formare la coppia del futuro. Gli piacciono molto il centrale della Lazio e il capitan futuro del Toro, lanciato al debutto in Nations. Bastoni è un titolare, Scalvini crescerà. Serve un destro, di buon piede, che possa raccogliere l’eredità di Bonucci. Tra i pali Donnarumma, capitano in pectore. Meret, Vicario e Provedel gli altri probabili. Da qui al 31 agosto, giorno delle convocazioni, Spalletti disegnerà sulla carta la nuova Italia.