“Non è stato un fulmine a ciel sereno. Le dimissioni di Zamparini non hanno colto di sorpresa la città. «Non c’erano più i presupposti per andare avanti, la decisione era nell’aria» il punto di vista di molti tifosi, consapevoli che il ciclo palermitano dell’imprenditore friulano era ormai ai titoli di coda. Mentre la svolta sul fronte societario alimenta sul web qualche frase ironica («Zamparini finalmente si è autoesonerato», «Si è stancato di cacciare gli allenatori e ha deciso di cacciare se stesso»), le reazioni del popolo rosanero vanno verso un’unica direzione: anche se non si sentiva più rappresentata da Zamparini, la gente riconosce i meriti di un presidente che «ha portato in alto il nome del Palermo». E’ innegabile, però, l’involuzione della parabola delineata dal patron in quest’ultima fase della sua gestione: «Il danno maggiore che ha provocato – sottolinea Mario Oddo, portavoce del Comitato TI.R.R., tifosi rosanero riuniti – è il grande distacco che ha creato tra lo stadio e diverse generazioni di tifosi. Mi auguro che la nuova proprietà abbia una programmazione e restituisca alla gente l’entusiasmo che ha perso». Il post-Zamparini è affidato ad un fondo anglo-americano ma gli ultras della Nord Superiore, che nelle ultime settimane hanno manifestato il proprio malcontento nei confronti del numero uno del club di viale del Fante dopo averlo sostenuto, preferiscono navigare a vista: «Rapporto non più recuperabile – scrivono in una lettera i tifosi della Curva Nord 12 intenzionati ad interrompere la protesta e a riprendere il proprio posto allo stadio nella prossima gara interna – e siamo felicissimi di ricominciare una nuova avventura con chiunque arrivi, ma questa volta non faremo lo stesso errore. Nessuno godrà più della nostra assoluta fiducia»“. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.