“Pippo Inzaghi – il prescelto dal Bologna – è stato un attaccante con un unico scopo: fare gol. Nient’altro. Ne ha fatti, moltissimi ne ha segnati. È stato uno dei più efficaci centravanti della sua generazione. Implacabile, definitivo. Stimato dagli allenatori, non così tanto dagli esteti neutrali amanti del «beau geste» calcistico. Jorge Valdano, il campione del mondo argentino che si è rivelato tra i più lucidi pensatori attorno al mondo-calcio, di lui ha scritto: «Non dribblerebbe nemmeno una sedia». Forse era vero, ma Inzaghi – di dribblare – non aveva bisogno. Giocava sul filo del fuorigioco, era arso da un egoismo portato all’estremo. Non è giusto dire: non passava mai il pallone al compagno meglio piazzato. E’ più giusto dire: non lo vedeva proprio, quel compagno. Nella sua visione del mondo, il senso da dare alla vita era trovare la via più breve tra il proprio istinto e la porta avversaria. Questo era SuperPippo.
I COLLABORATORI. Da allenatore ha dovuto cambiare prospettiva. Non pensare solo a sé stesso, ma pensare «da squadra». Gli va riconosciuto il merito di esserci riuscito. Parlano i risultati. La vittoria al Viareggio con la Primavera del Milan, la promozione dalla C alla B con il Venezia, il raggiungimento dei play-off con una squadra che – all’inizio – non sembrava attrezzata per farlo. Da quando ha steccato con il Milan – scelta dettata dall’amore e dall’opportunità da cogliere al volo – Pippo non ha sbagliato un colpo. E si è attrezzato per il nuovo mestiere. Circondarsi di bravi collaboratori, per un ex campione che da allenatore che comincia a muoversi a certi livelli, è la prerogativa fondamentale per iniziare il percorso professionale. Inzaghi lo sa. E si è mosso di conseguenza. A Venezia ha imparato a fidarsi dei consigli di chi lavora con lui tutti i giorni. Il suo vice, Maurizio D’Angelo, ex bandiera del Chievo, ha lavorato con Gigi Del Neri alla Juventus, al Genoa e al Verona, ed è «uomo di campo» vero. Il resto – ovvero la «conoscenza» del pallone – ce l’ha messo lui. Dimostrandosi elastico, pronto a cambiare idea, abile nel muoversi tra la teoria e la pratica, ovvero la realtà di tutti i giorni”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport” sul futuro di Inzaghi che sembra ad un passo dal Bologna nonostante si stia giocando la promozione in A con il Venezia.