“E’ già un esame. Magari non uno di quelli senza appello, ma comunque un esame tosto, da non sbagliare. Perché Frank De Boer ha iniziato la sua avventura all’Inter con una brutta sconfitta, in una partita nella quale le sue scelte tattiche errate hanno pesato, e oggi pomeriggio alla “prima” a San Siro si ritroverà con tanta pressione addosso, chiamato a vincere davanti allo sguardo del Suning e di Thohir. Dalla sua parte ha un contratto triennale, ma su di lui gravano una clausola che consente al club di sciogliere l’accordo pagando una cifra già stabilita e l’ombra di Simeone. Il tecnico olandese dovrà rafforzare la sua posizione con i risultati e non a caso nella conferenza stampa di ieri non ha neppure accennato un sorriso. Per 35 minuti, con sguardo quasi impassibile e lineamenti tirati, ha risposto ai giornalisti ascoltando la traduzione dell’interprete fino all’ultima domanda quando, per tagliare i tempi d’attesa, ha mostrato di capire già bene l’italiano e ha spiegato il suo pensiero sul possibile utilizzo di Medel anche come difensore. NUOVI ACQUISTI. De Boer è stato attento a non fare scivoloni sul mercato perché gli arrivi di Joao Mario e Gabigol non sono ancora ufficiali: «L’Inter è sempre interessata a giocatori importanti e i calciatori bravi sono i benvenuti. Non è ancora sicuro che Joao Mario e Gabigol arrivino e per questo non ho molto da dire: il primo può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, il secondo può essere utilizzato ovunque in attacco. E’ facile capire che con loro avremmo più opportunità tattiche, ma non mi piace parlare dei singoli o del mercato perché la nostra attenzione deve essere solo sul match contro il Palermo. La prima gara in casa è speciale e vogliamo dare una gioia ai tifosi. Possibile l’acquisto di un altro difensore? Vedremo quello che accadrà in futuro, ma il mercato ora non mi interessa. Abbiamo una squadra forte e, anche se i risultati negli ultimi due anni non sono stati buoni, sono sicuro che arriveremo a buoni livelli lottando tutti insieme». 4 SETTIMANE. L’ex allenatore dell’Ajax sa che c’è da riscattare la prova contro il Chievo: «A Verona non abbiamo giocato al meglio e sulla nostra prestazione ha influito la condizione fisica. Nel primo tempo siamo andati bene, mentre nella ripresa eravamo stanchi. In questa settimana abbiamo lavorato molto e adesso credo che siamo cresciuti. La mia filosofia di gioco richiede un’ottima condizione fisica e ogni giocatore va trattato in modo differente per arrivare al top. Speriamo nelle prossime quattro settimane di migliorare sotto questo aspetto. Non è facile per me perché devo conoscere l’Inter e l’Italia, ma sto cercando un punto d’incontro a metà strada con i calciatori che hanno le loro abitudini. Adesso ho un’idea più chiara della situazione e anche i ragazzi mi hanno capito. Ci vorranno tempo e lavoro, ma ci saranno progressi». SCUDETTO? PUNTIAMO AL MASSIMO. Sugli obiettivi idee chiare: «Possibile lo scudetto? Noi dobbiamo fare il possibile per raggiungere i massimi obiettivi. I giocatori devono mettere in mostra l’orgoglio di indossare la maglia dell’Inter e voglio vedere contro il Palermo una squadra diversa rispetto a quella contro il Chievo. Dobbiamo conquistare la Champions League, la competizione che l’Inter merita di disputare. Quale modulo utilizzeremo? Abbiamo una squadra esperta, con calciatori che sono abituati a utilizzare moduli diversi. Possiamo giocare con il 4-3-3, ma anche cambiare. Sta all’allenatore capire le situazioni e adattarsi. Se sento la diffidenza della piazza? Non so se qualcuno non crede in me, ma io sono convinto di poter arrivare al successo e questa situazione mi motiva e mi stimola. Per questo ho lasciato l’Ajax per venire all’Inter. Credo nel progetto nerazzurro»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.