“La mareggiata azzurra che sta per abbattersi sul Barbera racchiude in sé un vero e proprio incubo. Si chiama Marek Hamsik, e il più delle volte ha fatto vedere i sorci “azzurri” ai rosanero. Che, pur sotto i colpi sferzanti di una vera e propria tempesta interna, devono prepararsi anche a far fronte all’invasione partenopea. Sul campo e sugli spalti. Ma non finisce qui, poiché fra gli ospiti assetati di punti (soprattutto per non perdere di vista la Juve), c’è un condottiero che ha trafitto i palermitani a ripetizione, alla media straordinaria di una volta sì ed una no. L’incubo, appunto. SENZA DIFESA? Sorvegliarlo a vista, piazzarci due mastini alle calcagna, soffocarlo nei movimenti: in passato le hanno provate un po’ tutte ma chiunque, dei tanti tecnici avvicendatisi sulla quella panchina (perennemente) bollente, non è riuscito a trovare l’antidoto giusto. Lo slovacco ha imperversato a piacimento, e non c’è stato verso di fermarlo. Addirittura segnando per ben 7 volte in 15 incroci, peraltro con un condimento saporito di 6 assist. Va perciò da sé che Marek Nightmare ci abbia messo molto del suo in quel bilancio che recita chiaramente a favore del Napoli: 8 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte sempre nei 15 incontri in questione. E quando lui ha segnato, gli azzurri hanno perso solo due volte. Di misura, entrambe per 2-1 e fuori casa, nel 2009 e nel giro di sei mesi. In occasione delle affermazioni più eclatanti, quelle contrassegnate dalle triplette, è riuscito peraltro ad incidere sempre. Sia nell’1-3 del gennaio 2012 (un gol e un assist), che nello 0-3 dell’agosto dello stesso anno (ancora gol e assist), ed al San Paolo con due assist nel gennaio 2013. IERI E OGGI. L’ultimo graffio ai prossimi avversari era stato proprio quello del Napoli corsaro all’inizio della stagione 2012/13. Alla tripletta finale contribuirono anche Maggio e Cavani. Il primo della serie, 30 marzo 2008 (davanti a 50mila), forse è quello che è rimasto più impresso in assoluto. Messo a segno al 92′, con l’invito di Lavezzi e la partecipazione del Pampa Sosa. Arrivando poi alla storia più recente, a quel 2-0 dell’andata di fine ottobre scorso, con l’imbeccata per il primo sigillo del Pipita, a precedere la rete di Mertens. Sono perciò tre anni e mezzo che non segna al suo bersaglio prediletto (nel 2013/14 i siculi erano in B): un “digiuno” di quattro match ma riempito da quattro assist, e dunque ci terrebbe a riprendere la serie. Tanto più che, dopo averne fatto quattro di gol nello spazio di cinque match durante questa stagione (dall’Atalanta alla Samp), si era poi rimesso in pausa dall’Empoli ad oggi. LA VERVE. Va inoltre ribadito che Marek è tornato ad essere generalmente quello di qualche anno fa. Sempre nel vivo del gioco, infaticabile (come confermano le statistiche) e di nuovo pungente negli inserimenti. Col colpo costantemente in canna che, se poi non parte o non riesce a raggiungere il bersaglio ultimamente, andando a ben vedere, è stato anche questione di fatalità. Ma per parecchie volte, azioni andate poi a buon fine, sono transitate per i suoi ispirati piedi, costruite con la sua lucida visione di gioco e il dialogo nello stretto con gli esterni. Sette gol in totale (di cui quattro in trasferta) ai rosanero, avversaria “martirizzata” come nessun’altra. Per quanto riguarda il capitolo assist (sei), le vittime preferite sono state appunto il Palermo e la Roma, a pari merito. Come fare allora per scacciare l’incubo? Anzitutto provare ad appellarsi a qualche santo patrono e quindi pregare… Perché quando vede quei colori il capitano è capace davvero di tutto. Diventa implacabile”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.