“La legge del calcio talvolta è spietata e sfugge alle logiche. Si può vincere dopo 105 giorni con due tiri in porta che sono i due gol con cui ti prendi tre punti cruciali in trasferta: Gilardino-Trajkovski e via, chi se lo aspettava più. Si può perdere l’unica partita che non dovresti lasciare all’avversario, quella che può farti sentire forte il profumo di salvezza: e nel momento in cui Sorrentino mette entrambe le braccia a respingere una staffilata a botta sicura di Kragl, l’azione riparte… VazquezRispoli-Gila e 1-0 per gli altri. A Frosinone e Palermo ieri è successo esattamente questo. Il morale della squadra di Stellone è sceso sotto i tacchi, quello del gruppo di Ballardini ha toccato dopo tanto il cielo, sentendo quel sapore di libertà che certo, ora, non dovrà inebriare troppo: perché la sbornia non ricacci le ambizioni dentro il tunnel di un’altra brutta batosta. Diciamoci le cose senza ipocrisia: orribile il primo tempo della sfida al Matusa, complessivamente pochi gli elementi di calcio che questa partita lascerà ai posteri, ma una certa intensità emotiva che ha corso da una parte all’altra durante la ripresa, alla fine il suo segno lo ha lasciato. E siccome c’è un momento in cui il calcio insegnache pochi fronzoli aiutano a far punti, ecco che qualcosa di meglio sarebbe stato lecito sperare, ma il Palermo prende i suoi tre punti che valgono il sorpasso sul Frosinone e una boccata d’ossigeno salvezza. E se li fa bastare mentre i ciociari hanno lo sguardo nel vuoto perché quello era il loro momento migliore. CONTRATTI. Già, non c’è nulla che possa bastare al Frosinone, arrivato molto contratto a questa gara, in una città e in un ambiente che appaiono vessati da scelte arbitrali discutibili lungo l’arco di un stagione. La sensazione è che i ragazzi di Stellone siano arrivati carichi a molla e quella carica li ha annichiliti perché la partenza della gara, di fronte a un Palermo per nulla trascendentale, è stata a ritmo basso, con poche idee, con una difficoltà a trovare gli equlibri. Stellone ha voltato e rivoltato la squadra tatticamente, cercando idee laddove il suo dirimpettaio agiva su un canovaccio impostato e rigido: difesa a tre e chiavi alla vecchia guardia. Che ha risposto perché alla fine Sorrentino ha salvato il Palermo tre volte su Kragl, Ciofani e Paganini, Gilardino ha tolto equilibrio alla partita con il primo gol, Rispoli glielo ha dettato con un cross su imbeccata di Vazquez, Maresca (tornato titolare dal 6 marzo nella gara in trasferta con l’Inter) ha retto il centrocampo. Ripetiamo, una gara di nervi, di esperienza, di rimessa. E’ servita ed è bastata per andare a dama. IL GRANDE ASSENTE. Per come Dionisi è entrato nella partita e la ha occupata fisicamente e con la testa, con la sua atavica sintonia tecnica che lo lega a Ciofani – quest’ultimo battagliero ma anche molto solo – c’è da dire che il Frosinone può lasciarsi alle spalle un grande rimpianto: a poterlo schierare dal primo minuto forse la gara avrebbe preso un’altra piega. Gonzalez per domarlo si è fatto anche prendere la mano e una sbracciata probabilmente sfuggita all’interpretazione di Rocchi, ha rappresentato comunque un rischio che la squadra rosanero ha corso a tempo quasi scaduto. Ininfluente. Qualche minuto prima, infatti, Trajkovski aveva messo il secondo sigillo, con un Frosinone ormai disperato e a cinque punte. LEZIONE. Il finale è un sipario che si alza su uno stadio, il Matusa, protagonista di qualcosa davvero speciale ieri. Spesso andiamo a cercarci esempi di sportività all’estero, ci piace molto l’Inghilterra per certe storie: bene, lo stadio di Frosinone ieri, a risultato compromesso, con una stagione che lascia tre partite di speranza disperata davanti, ha cantato, regalato sciarpate gialloblù e chiamato la squadra e l’allenatore sotto la curva per un grazie ragazzi che non finiva mai. “Che sarà sarà, comunque con te sarem”… Si può fare calcio così. Siamo in Italia: a Frosinone. Dove il Palermo ha ricominciato a sperare nella salvezza”. Questo quanto scrive l’odierna edizione de “Il Corriere dello Sport” in merito al successo del Palermo conquistato ieri mattina in casa del Frosinone. Una vittoria che porta i rosanero a quota 32 punti all’inseguimento del Carpi.