L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul campionato di serie B con il Parma in volo.
Il principio alla fine. Oppure il veleno nella coda. Dipende, ovviamente, dai punti di vista e dalla parte in commedia da recitare: vincitori o sconfitti, puniti o premiati. Ma la lezione che ne scaturisce è comunque la seguente: nel grande e indecifrabile palcoscenico della Serie B non bisogna in ogni caso abbassare la guardia mai. Perché il finale di ogni partita può diventare gioia pura o, appunto, terribilmente letale. LA
REGOLA DI RANIERI. Allontanandosi appena dall’attualità, la conferma arriva dall’ultima finale dei playoff giocata tra Bari e Cagliari all’Astronave, sigillo magnifico della scorsa avvincente stagione. Dopo il pareggio nella combattutissima gara dell’andata, si replica al San Nicola davanti a oltre 60 mila tifosi. All’ultimo assalto del Cagliari dalla parabola disegnata da Zappa, su perentoria indicazione di Claudio Ranieri, nasce la traiettoria per la testa di Leonardo Pavoletti che quasi allo scadere dei quattro minuti di recupero trova il guizzo che riporta subito i sardi in A. Ieri sera il bis del Pavoloso. Mai mollare, dunque, che è poi il motto di Sir Claudio, un tecnico che ha fatto del lavoro e della tenacia le virtù principali di una vita intera non solo nel calcio. Deve aver preso alla lettera il suggerimento del decano capitolino delle panchine italiane anche Fabio Pecchia che con il suo Parma non molla proprio mai. E non a caso la squadra ducale è, almeno sino a questo momento, la regina della zona Cesarini. Con i due gol segnati in pieno recupero domenica contro il Palermo sono ora sei i punti dei gialloblù. Alla pari con la capolista ci sono il Cittadella di Edoardo Gorini, il Modena di Paolo Bianco e il Como passato da Moreno Longo a Cesc Fabregas senza perdere una delle sue principiali qualità: lottare sino allo stremo per vincere. E così nel posticipo ha centrato il successo sul Modena con una rete di Gabrielloni all’87’.
PECCHIA PRIMO IN TUTTO. Ma se il Parma condivide nelle prime 16 giornate il primato dei punti conquistati con queste altre tre squadre, nel computo tra i punti guadagnati e quelli persi negli ultimi quattro minuti più i recuperi, l’undici di Pecchia è al comando con un vistoso +6. Il Parma, come il solo Venezia, è, infatti, a quota zero nella classifica dei punti perduti dove, invece, non brilla la Ternana che ne ha lasciati ben 6 per strada. E gli umbri, essendo una delle cinque squadre che non ne hanno ancora conquistati in zona Cesarini, sono irrimediabilmente ultimi. Sono stati finora 59 i gol segnati dopo il 41’ del secondo tempo. 37 sono risultati decisivi per il risultato mentre 22 sono stati superflui. Per trovare dopo 16 turni tanti gol segnati nei finali di match si deve risalire alle 57 reti del 2013/14. Furono 55 nel 2014/15 e 50 nel 2017/18. Nel 2016/17 la zona Cesarini latitava con appena 33 gol mentre in questi ultimi anni si sono contate 45 (22/23), 42 (21/22) e 44 (20/21) reti.
MONCINI LETALE. Sono finora otto i bomber in gol nei finali di partita, ma è Gabriele Moncini il cannoniere che oggi si fregia di essere l’erede di Renato Cesarini. La punta del Brescia è l’unico che ha segnato 3 reti, tutte, peraltro, decisive per la classifica delle rondinelle, negli 1-1 contro Ascoli, Feralpi e Reggiana. A quota 2 troviamo sette calciatori: due gol decisivi per Casiraghi del Sud Tirol (ma entrambi su rigore), Mazzocchi del Cosenza e Gabrielloni del Como, a rete anche domenica scorsa. Poi ci sono Brunoni e Mancuso del Palermo, Colak del Parma e Tessman del Venezia.