Il Palermo resterà fuori dalla Serie B. Stando a quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, i termini perentori violati dalla società rosanero, sono tali da certificare sin d’ora l’esclusione dal campionato cadetto. Tra l’altro non bisogna neanche andare tanto indietro nel tempo per ritrovare precedenti anche per passi falsi molto meno gravi. E’ il caso dell’Avellino di Walter Taccone che solo un anno fa per la famosa fideiussione romena senza rating venne escluso dal campionato cadetto, benché, tardivamente, il club irpino avesse provveduto a sostituirla con la famigerata Finworld, un titolo poi dichiarato “fuorilegge” addirittura da una sentenza del Consiglio di Stato eppure utile a far iscrivere due società di B e ben sette di Lega Pro. Taccone, tra l’altro, aveva ricapitalizzato grazie a un fondo americano e pagato tutti gli stipendi ai propri tesserati. Tutto inutile anche dinanzi al Tar del Lazio. Con una nuova società i campani furono obbligati a ripartire dalla Serie D, proprio come è capitato un anno fa a Cesena e Bari. I romagnoli di Giorgio Lugaresi vennero travolti da una montagna di debiti (73 milioni), i pugliesi incapparono nelle disavventure di Giancaspro che non riuscì a ricapitalizzare il club biancorosso e si ritrovò senza affiliazione alla Federcalcio, senza licenza e fuori dal calcio. Una strada inesorabilmente tracciata anche per il Palermo che si prepara al futuro con una nuova proprietà e sotto un altro club che resetterà il recente passato fatto di stenti economici e di battaglie legali. I Tuttolomondo minacciano nuove liti dopo aver ammesso di non aver pagato gli stipendi ai tesserati con un atto di autotutela che non garantirà nessuno in sede Covisoc e di non aver presentato nei termini la fideiussione propedeutica all’iscrizione: due inadempienze fatali a livello sportivo e che bastano e avanzano per escludere il Palermo dalla B. A proposito di inadempienze, la giornata di ieri è stata movimentata anche dai rumors provenienti da Trapani. E’ stata necessaria una nota della nuova proprietà per placare le indiscrezioni circa una presunta irregolarità della fideiussione presentata in originale in Lega. «Per quanto riguarda il Trapani – si legge in una nota della società – è stata richiesta alla Direzione Generale di Generali Italia Spa di confermare l’autenticità della fideiussione emessa. Generali ha già provveduto a riscontrare via pec la richiesta pervenuta da Deloitte, confermando l’assoluta autenticità della fideiussione e la conseguente copertura della stessa». Per quanto riguarda, invece, il Chievo, il problema emerso riguarderebbe l’utilizzo, al momento della ricapitalizzazione per l’iscrizione, di risorse provenienti dal «paracadute» che si è attivato in seguito alla retrocessione dalla Serie A dei clivensi. Una procedura non ammessa che è stata contestata e che ha indotto il club veneto a procedere diversamente come poi documentato. Il Chievo è certo di essere in regola e di non aver problemi. Ma le fibrillazioni hanno spinto subito anche il Padova, dopo il Venezia, ad attivarsi per fare domanda di ripescaggio, domanda che, cautelativamente, potrebbe essere presentata dallo stesso Carpi. Non dal Foggia che, incredibilmente, non si è iscritto neanche in C!