Corriere dello Sport: “Il Palermo non sa come si fa gol. Nelle prime tre giornate è la squadra che ha tirato meno in porta: 13 volte (una sola rete)”
“Il Palermo è la squadra che tira meno in porta nel campionato italiano: in tre giornate, solo 13 volte di cui appena sei nello specchio. Nelle quattro gare ufficiali fin qui disputate, ha realizzato appena due reti, assegnate a Chochev (in Coppa Italia col Bari) e Rispoli (a San Siro con l’Inter) ma in effetti due autogol perché le deviazioni su quei tiri sono risultate decisive. In queste quattro partite nessun attaccante ha ancora segnato o si è reso pericoloso. Una sensazione di impotenza si avverte nella fase offensiva del Palermo. Un problema serio, serissimo, su cui dovrà lavorare De Zerbi, arrivato come fautore di un gioco spumeggiante e propositivo. Ma anche un problema previsto e conosciuto, data la decisione di costruire un organico praticamente senza un vero attaccante di ruolo, lacuna evidente e imperdonabile, dopo la partenza dei due elementi di maggior rilievo, Gilardino e Vazquez (18 gol in due l’anno scorso).
La pazienza e le caratteristiche. Senza scadere negli alibi va comunque riconosciuto che l’avvio del Palermo è stato terribile: nelle prime tre giornate ha incontrato tre avversarie nettamente più forti come Sassuolo, Inter e Napoli (disputano tutte e tre le coppe Europee), contro cui imporre il proprio gioco sarebbe complicato per tutti. Ha potuto opporre solo una ordinata disposizione, sia con Ballardini che nel primo tempo di ieri con De Zerbi, e davanti ha fatto quel che poteva, ovvero molto poco. La nuova gestione tecnica si è appena insediata e gli va dato tempo di studiare a fondo l’organico di cui dispone. Il primo messaggio inviato al termine della gara col Napoli è interessante e coraggioso: nessun cambiamento di idee, si deve credere maggiormente in quanto si fa, sposare la causa di un gioco forse rischioso ma che può rivelarsi produttivo, non avere paura ad attaccare. D’altronde De Zerbi non può fare altro e neppure lo vuole perché questo è il suo credo. Ma i dubbi sulle caratteristiche dei calciatori cui affidare specifici compiti sono più che leciti e sono emersi abbastanza nettamente contro il Napoli. Gli esterni di difesa (Rispoli ed Aleesami) ad esempio reggono il modulo a 4 o non sono troppo fragili quando devono marcare i diretti rivali di fascia? Gazzi è uno che sa farsi sempre trovare al posto giusto ma è stato acquistato come centrocampista di lotta e di spessore, non come elemento che può avviare l’azione in maniera pulita. E soprattutto, fermo restando l’estro di Diamanti che sa giocare in qualunque posizione dell’arco offensivo, chi è l’elemento con cui può dialogare per arrivare alla conclusione e rendersi realmente pericoloso? L’esperienza nel calcio ha un valore o no? Nestorovski, Sallai, Embalo, Bentivegna e Balogh all’inizio della stagione vantavano 0 presenze e 0 gol in serie A e questo qualcosa vorrà dire”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.