L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul derby perso ieri dal Palermo.
La differenza di classifica? I problemi societari che affliggono gli etnei? E chi se n’è accorto! Il derby di Sicilia ha rispettato ancora una volta le aspettative e, in una cornice di pubblico straordinaria, ha regalato sorprese ed emozioni, “assegnando” i tre punti, dopo anche qualche momento di “corrida”, al Catania di Baldini.
Un tempo per parte, si potrebbe dire, con i rossazzurri caricati a molla dal loro pubblico e gli ospiti forse un po’ troppo attendisti. Anche se il primo vero rischio arriva su contropiede di Russini, fermato con le cattive da Marconi – mentre andava verso la porta – e col modesto Rutella che si dice di parere opposto. Gli animi si infiammano, il Catania ci prova a folate (sempre con tiri a fil di palo), fin quando l’ex Odjer scalcia Biondi in piena area e consegna al “golden boy” Luca Moro il rigore del vantaggio. Il Palermo subisce il colpo e rischia la capitolazione su stilettate di Russini (34’ e 46’) e Biondi (al 42’, parata di Pelagotti sotto la traversa, con Greco che in acrobazia non riesce a imprimere la giusta forza al pallone sulla respinta), ma alla ripresa il Catania arriva solo con un gol di vantaggio.
E rischia, rischia maledettamente, visto che un pizzico di paura dettata dall’inconscio e fors’anche le mosse di Baldini portano il Catania nel secondo tempo ad abbassarsi e a dare spazio ai tiri pericolosi di Silipo (8’) e Soleri (16’, girata a fil di palo). L’ingenua espulsione di Russini al 22’ consegna altro spazio al Palermo, ma a parte una botta dalla distanza di Crivello (29’, para Stancampiano) i rosa mietono solo confusione. Ciò fin quando Almici non strattona un raccattapalle, ristabilendo la parità numerica e permettendo al Catania di respirare e, in contropiede, sull’asse Zanchi-Moro, realizzare il 2-0. L’espulsione di Luperini per fallo inutile su Provenzano è solo pepe per il derby.