“Bravissimo nel risollevarsi ogni qual volta sembra al tappeto, il Palermo trova un pomeriggio scintillante e di colpo si toglie da una bruttissima classifica, scavalcando due squadre e raggiungendo proprio l’Udinese che a sua volta entra in piena crisi. Colantuono è in bilico, per adesso la squadra è andata in ritiro, ma Pozzo sta sondando la disponibilità di altri tecnici (Mazzarri?) per dare una sterzata ad una squadra che ha perso tre volte di fila prendendo 10 gol in 270′. Effetto Schelotto? Troppo presto e troppo semplice dire che la riscossa rosanero nasce dalle indicazioni del nuovo allenatore argentino, andato in panchina come dirigente accompagnatore ma silenzioso (per obbligo) per l’intero match. Di 4-3-3 si può parlare solo sulla carta perché Vazquez non ha giocato certo da esterno destro ma si è spostato in cerca della palla per tutto l’arco della gara. Ha funzionato invece la mossa Quaison, non solo per il gran gol che ha sbloccato il match, il primo di Robin al Barbera in campionato, ma perché lo svedese ha costituito una variazione tattica efficace, che ha permesso di sviluppare meglio il gioco sulla corsia mancina. Più che le attente indicazioni di Barros Schelotto (in tribuna presente anche Mijatovic, probabile dirigente da giugno), la vittoria premia la ventata di personalità mostrata da ragazzi che fin qua erano stati piuttosto discontinui in materia. Ieri invece il Palermo si è sbattuto in ogni angolo del campo, ha superato senza traumi (occasione fallita da Thereau sullo 0-0) la prima mezz’ora di comprensibile timore e dopo il vantaggio è apparso sollevato tanto da effettuare giocate brillanti che potevano produrre anche più reti delle 4 messe a segno. Lo ha aiutato la leziosità di un’Udinese che forse pensava di essere già fuori dalla lotta salvezza e ora ci ripiomba con entrambi i piedi. Prodezze svedesi. Sull’avvio del match ha pesato il fatto che entrambe venissero da una batosta per 0-4 nel turno precedente (l’Udinese con la Juve, il Palermo col Genoa). Schelotto ha scelto la continuità anche nella formazione, tenendo il nuovo acquisto Cristante in panchina e rispolverando Struna in difesa e Jajalo play. Il Palermo sembrava ibrido, l’Udinese rispondeva con geometrie pulite ma inconsistenti, per poi venire improvvisamente travolto da un’accelerazione dell’avversario. Nel giro di 10′ Gilardino si divorava due occasioni clamorose, ma poi con un gran filtrante favoriva l’inserimento di Hiljemark che di tacco liberava il sopraggiungente Quaison. Gran gol, replicato ad inizio ripresa dagli stessi protagonisti a parti invertite. Prima Sorrentino salvava di piede su Widmer, poi sul contropiede che ne scaturiva Vazquez liberava Quaison e sul suo centro Hiljemark raddoppiava (di coscia!) da distanza ravvicinata. Partita eccellente in tutte e due le fasi del biondo numero 10, giunto al quarto gol stagionale. L’Udinese cominciava a perdere le distanze, non era fortunata in avanti (intervento dubbio di Gonzalez su Badu ma fuori area, gran parata ancora di Sorrentino su Thereau), ma sbracava dietro. Quando Wague deviava sfortunatamente una conclusione da lontanissimo di Lazaar, autore del 3-0, si capiva che la giornata era compromessa. La replica di Trajkovski. Sorrentino proseguiva il suo show fermando Badu e soprattutto Felipe con interventi incredibili, ma il Palermo concedeva un gol evitabile su calcio d’angolo (Thereau di testa dall’aera piccola). L’Udinese però aveva perso ogni equilibrio e ai rosa si aprivano invitanti praterie: Djurdjevic, appena entrato, non ne approfittava sciupando un gol fatto, invece Trajkovski al primo pallone toccato replicava il gol segnato un mese fa al Frosinone, con una deliziosa parabola a girare dal vertice sinistro dell’area. Schelotto, sempre in attesa del patentino, potrà lavorare adesso con meno pressione addosso; Colantuono deve riaccendere una luce che improvvisamente nei friulani si è spenta”. Questa l’analisi condotta da “Il Corriere dello Sport” in merito al match di ieri vinto dai rosa contro l’Udinese.