L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo e in particolar modo su Mateju.
Della cerniera difensiva che certamente è una delle chiavi del Palermo vincente di questo avvio di stagione, si parla essenzialmente per le prestazioni della coppia di “Dioscuri” Lucioni-Ceccaroni, colonne di un mercato mirato proprio a rinforzare il reparto arretrato. Ma assai meno di Ales Mateju, che sarà meno appariscente e ogni tanto arruffone soprattutto nelle giocate palla al piede, ma è comunque uno dei protagonisti di una squadra che sta al 2° posto in classifica e potenzialmente potrebbe essere la capolista, dovendo recuperare il match col Brescia.
Soldatino Ales. Mateju è stato spesso nel mirino della critica anche l’anno scorso e non è un giocatore destinato a brillare per pulizia di tocco, ma il suo mestiere lo sa fare eccome. Esattamente come i più celebrati compagni, il ragazzo ceco approdato in rosa la scorsa estate, è uno dei sempre presenti di questo avvio di stagione: 9 presenze su 9 partite, Coppa compresa. Come lui per adesso, solo Pigliacelli, Lucioni, Ceccaroni e Brunori. L’unico forfait nei 20′ finali di Venezia, a causa di un colpo alla caviglia che lo costrinse ad uscire e lo tenne in dubbio per l’intera settimana successiva. Quando alla fine Mateju strinse i denti, recuperò in fretta e si presentò regolarmente in campo anche col Sud Tirol, evitando una soluzione d’emergenza. Da quel lato del resto, Ales è rimasto senza concorrenza perché la sua naturale alternativa, anzi il ragazzo che sembrava destinato a giocare terzino destro, ovvero Alessio Buttaro, è fermo da quasi due mesi per un infortunio che ancora non pare smaltito totalmente.
A Mateju si può dire tutto tranne che non sia uno che sa sacrificarsi per le esigenze di squadra, anche al rischio di fare qualche brutta figura. L’anno scorso, a lungo Corini dovette adattarlo a sinistra per una serie di infortuni dei titolari di fascia e lui rispose presente, pur apparendo chiaro che faceva fatica a ricoprire quel ruolo. Da qui le perplessità sul rendimento del numero 37 in cui però l’allenatore, che lo ha allenato già a Brescia, ha piena fiducia soprattutto per la dedizione alla causa. Dote che lo sta aiutando a essere più apprezzato anche dalla tifoseria: Mateju chiude molto spesso dal suo lato pur trovandosi davanti quasi sempre esterni di livello, poi a volte sciupa tutto con qualche appoggio sbagliato. Ma è uno che si batte sempre fino all’ultima oncia di sudore: del resto, il suo curriculum parla, fra le altre cose, di 40 presenze in A fra Brescia e Venezia. Insomma, c’è anche il suo timbro nella solidità del Palermo.